Astier de Villatte per Oltre Il Giardino

“Osservare il passato è fondamentale per sviluppare la nostra creatività, la nostra immaginazione, perché la storia rappresenta la principale fonte d’ispirazione e racchiude essa stessa  un sottile spazio al confine tra sogno e realtà”. Intervista a Ivan Pericoli e Benoit Astier de Villatte

Francese arcaico e radici latine, evoca atmosfere misteriose, qual è il significato di “Astier de Villatte”? 

Questo nome ha origini antiche, radici che affondano nel passato della famiglia Astier de Villatte. Il significato curiosamente ci è stato svelato da uno studioso, un appassionato che è venuto a trovarci nel nostro negozio, incredibile vero? “Astier” è più francese ed è il proprietario della tenuta; “Villatte” è piuttosto latino ed indica la proprietà, la villa. Il nome completo significa correttamente il signore della villa nascosta, difficile da trovare.

L’immaginazione è forse il più grande motore che ci permette di tradurre i sogni in realtà; come nasce l’idea di iniziare a produrre ceramiche e perché questo riferimento ad epoche passate?

Si tratta di una sorta di immaginazione, in effetti siamo proprio nel territorio della fantasia, di ciò che possiamo creare con i nostri pensieri ed i nostri sogni. Entrambi abbiamo una formazione accademica, abbiamo studiato all’École des Beaux-Arts dove abbiamo imparato ad osservare l’arte antica; l’osservazione rappresenta il nostro principale supporto, la base da cui partire per creare. Le indicazioni ricevute nel corso dei nostri studi erano precise: osservare il passato per sviluppare la nostra creatività, la nostra immaginazione, perché la storia rappresenta la principale fonte d’ispirazione e racchiude essa stessa un sottile spazio al confine tra sogno e realtà. Detto questo ogni epoca ha un suo particolare modo di guardare alle cose, intendo dire che le stesse possono sembrare molto diverse a seconda della nostra cultura, quindi in qualche modo le nostre creazioni sono rivisitazioni di ciò che appartiene ad epoche passate. Non c’è soltanto un periodo a cui ci ispiriamo, si tratta di un flusso continuo che molto spesso dipende da ciò che vediamo e respiriamo in occasione di viaggi, momenti, occasioni, anche le più bizzarre. Pensa che uno degli ultimi oggetti che ha catturato la nostra attenzione è stato un confessionale visto in una Chiesa, meraviglioso… appena l’abbiamo visto ci siamo guardati e l’abbiamo fotografato per fare successivamente tutte le nostre considerazioni. In questo caso non era previsto e peraltro chissà a quale secolo appartenesse, diciannovesimo, diciottesimo… poco importa. 

Avete creato anche dei mobili bellissimi…

Assolutamente, ancor prima di dedicarci alla ceramica. Ci siamo dovuti interrompere perché abbiamo avuto dei problemi nella produzione; molti artigiani di cui ci avvalevamo chiusero l’attività e al tempo non fu possibile trovare professionalità adatte a proseguire la produzione secondo i canoni che desideravamo perseguire. Detto questo ammetto che stiamo iniziando a ripercorrere questa strada, anche se timidamente con la produzione di tavoli, sedie e scaffali da fissare al muro. 

Accademia di Belle Arti, vi siete conosciuti là?

In realtà abbiamo qualche anno di differenza, quindi ci siamo quasi dati il cambio, quando uno terminava l’École, l’altro iniziava. Comunque in un certo senso ci siamo conosciuti attraverso l’Accademia, ma soprattutto grazie al fatto che mio padre sia stato il professore di entrambi e Ivan abbia stretto con lui un legame molto forte.

Nel 2008 iniziate a produrre fragranze come profumi per la persona e per l’ambiente. Un giro del mondo attraverso le vostre candele: Cambridge, Rue Saint-Honoré, Honolulu, Buenos Aires… ma anche un viaggio nel tempo con i profumi storici, un’incredibile collezione che racconta di tempi lontani. L’idea del viaggio è intesa come sogno? 

È esattamente così e si ritorna alla domanda di poco fa. Tutto è concepito come un viaggio, un sogno, anche i profumi storici stessi. Quello che amiamo è l’aspetto più creativo delle cose, intrecciare l’immaginazione con la realtà affinché si compenetrino in una miscellanea di sensazioni. In questo senso abbiamo sviluppato le fragranze in modo diverso, mi spiego meglio. Ad esempio siamo stati a Napoli e abbiamo deciso di farla rivivere attraverso un suo sapore, un odore tipico, quello della pastiera napoletana che abbiamo fatto riprodurre perché rappresentativa della città stessa. In questo caso c’è un legame diretto con la realtà. Ci sono poi una serie di luoghi che non abbiamo mai visitato, come ad esempio Honolulu che abbiamo immaginato rappresentata da un’enorme fiore di ylang-ylang e vaniglia, ma è stata un’idea, un’immagine che ci siamo creati prima di tutto nel nostro immaginario. O ancora il profumo Tucson, lo conosci? In quel caso noi siamo stati a Tucson eppure quando eravamo là non ci siamo mai interessati alla vegetazione nonostante fosse meravigliosa; comunque, una volta rientrati, abbiamo deciso di creare una fragranza che ricordasse l’odore del deserto. Se chiedi agli abitanti di Tucson ti risponderanno che la fragranza da noi creata rappresenta esattamente il profumo della loro città, eppure nemmeno abbiamo inserito sentori presi laggiù, nulla.  

Un salto indietro nel passato, i vostri profumi storici?

I nostri nuovi profumi storici ci restituiscono realmente la sensazione di viaggiare nel tempo, quantomeno con il naso. “Les Parfum Historiques” è un’incredibile collezione che ricrea tre profumi storici leggendari: il Kiphi egiziano, il Profumo dei Re dell’antica Roma e il profumo perduto di George Sand. Un lavoro molto difficile e accurato di ricostruzione di documenti storici e scientifici portato a termine con la collaborazione della storica di profumi Annick Le Guérer, ben nota nel mondo del profumo, antropologa e autrice di alcuni testi fondamentali della storia dell’olfatto, assieme al naso Dominique Ropion. Naturalmente, per quanto precisi potessero essere i testi giunti a noi, in alcuni casi i geroglifici tradotti o la lista delle molecole che formavano alcuni composti, non è stato possibile essere perfettamente fedeli alle “ricette”. Pertanto alcuni aromi sono stati reinventati o meglio reinterpretati perché oggi non più esistenti, oppure difficilmente riproducibili senza poter verificare quale fosse l’odore del medesimo ingrediente centinaia di anni fa. Qual era l’odore del miele oppure di che rosa si trattava? Come venivano estratti gli aromi e conservati? Si è resa necessaria una grande dose di creatività, molta attenzione e concentrazione per giungere alla creazione di queste meravigliose fragranze d’altri tempi. Esistono aspetti difficilmente verificabili, quindi alcune cose sono rappresentate da un’intuizione al di là di quello che può dire la scienza, se ne potrebbe discutere forse solo con gli spiriti! Sorride. A parte gli scherzi si tratta di una questione molto interessante e non riguarda certamente solo i profumi, ma più in generale molte ricette che il passato ci tramanda. 

I migliori incensi del mondo che provengono da Awaji, un’isola giapponese dalla tradizione ultra centenaria. Com’è nata questa collaborazione? 

C’è chi respira odore d’incenso sin da piccolo, una sorta di tradizione, di filosofia di vita. Noi abbiamo sempre amato l’incenso, indiano, tibetano… volevamo proporlo per le nostre essenze, ma desideravamo che fosse raffinato e sapevamo che in Giappone l’incenso era di ottima qualità. Eravamo intenzionati a iniziare questa produzione, ma non riuscivamo a trovare qualcuno che fosse interessato a collaborare con noi. Era il 2008 ed eravamo a New York per una Fiera di oggettistica varia, mobili, giocattoli e tra due stand di gadget orribili trovammo finalmente la realtà che tanto desideravamo incontrare. Una volta rientrati a Parigi ripartimmo immediatamente alla volta dell’isola di Awaji in Giappone. Da subito capimmo che era una realtà molto particolare che comprendeva alcuni piccoli atelier con produzioni minime, gestite da un Sindacato che decide praticamente tutto. Pensa ad esempio che loro ci inviano l’incenso e noi scegliamo il profumo, l’odore, e soltanto dopo scopriamo da quale atelier proviene; tutto è pensato allo scopo di non favorire alcuna realtà in particolare. Awaji è un luogo davvero magico e speciale che vive del commercio di incenso necessario per  il loro sostentamento. 

L’isola di Awaji, una storia speciale…

È stata la prima isola del Giappone a produrre incenso grazie al caso o forse ad una fortunata coincidenza. La storia, o forse sarà una leggenda, racconta infatti che le popolazioni dell’isola avevano bisogno di legno per scaldarsi, ma non era così facile da reperire oltre ad essere un bene prezioso; le popolazioni del posto iniziarono ad utilizzare allora i pezzi di legno che arrivavano dal mare, più facilmente disponibili e di certo meno costosi. Si resero conto ben presto che il legno che bruciavano aveva un odore delizioso e da quel momento decisero di utilizzarlo per produrre l’incenso con tecniche ancestrali. Il clima dell’isola favorisce un’essiccazione particolare; gli atelier sono costruiti in modo da permettere in facciata di regolare l’ingresso del vento a seconda delle necessità. Inizialmente si tratta di una pasta di legno che contiene molta acqua che deve poter evaporare tranquillamente. Si tratta di una vera e propria tradizione centenaria.

Cartoleria e libri. 

Quali i nuovi progetti di stampa? 

In effetti abbiamo alcuni progetti in corso, in particolare il nostro reparto di stampa ha appena terminato la nuova guida di Parigi, un lavoro davvero interessante. Stanno stampando le copie proprio in questo periodo. Creiamo noi le placche per la stampa a piombo e questo ci permette di essere molto creativi. In occasione di questa serata, ad esempio, abbiamo realizzato un biglietto personalizzato per i clienti affezionati di Oltre Il Giardino con la riproduzione rivisitata dello stemma di Brescia, la leonessa che rappresenta la città e che è stata decorata con colori differenti. Ogni pezzo è unico proprio come avviene per tutto ciò che esce dal nostro atelier.

Lavorate con artisti e professionisti di alto livello in tutto il mondo e questo vi permette di creare un universo unico nel suo genere. Una creatività che nasce anche da rapporti d’amicizia?

L’amicizia e la stima per le persone sono un fattore chiave e imprescindibile per noi. Difficilmente riusciamo a fare distinzioni tra amicizia e professione nel senso che preferiamo circondarci da persone fidate o che comunque, prima o poi, lavorando a stretto contatto conosciamo bene fino a diventare amici. Inizialmente avevamo coinvolto soltanto gli artisti a noi più vicini, un pò una sorta di tradizione familiare che ci ha spinto a reclutare solo persone non troppo lontane da noi. Per noi è importante avere un gruppo solido di collaboratori esterni con i quali confrontarci e lavorare. Sono molte le collaborazioni che abbiamo attivato in questi anni e che ci permettono oggi di realizzare progetti interessanti e produzioni uniche.

Non a caso vi trovate oggi a Brescia presso Oltre il Giardino, una realtà storica della nostra città e conosciuta ben oltre i nostri confini. Come vi siete conosciuti? 

Enrica e Giulia sono veramente speciali per noi. Con Enrica ci conoscemmo moltissimi anni fa, credo fosse proprio all’inizio della nostra attività nel 1996. Eravamo ad una Fiera internazionale a Parigi, Maison & Object, ed Enrica riuscì a scovarci nonostante avessimo un piccolo stand all’interno di un padiglione enorme. Nacque da subito un grande feeling che ci ha permesso di arrivare sin qui… da tutti i punti di vista, oggi a Brescia e trascorsi tutti questi anni! Siamo diventati grandi insieme se così si può dire, siamo cresciuti anche grazie alla reciproca collaborazione. 

Progetti realizzati insieme?

Ad onor del vero sono Enrica e Giulia che fanno tutto! Sorride. Si occupano della progettazione vera e propria con idee davvero originali e studiate con attenzione ad ogni dettaglio. In questo periodo, ad esempio, ci hanno contattato per un progetto relativo all’illuminazione di un meraviglioso appartamento di un loro cliente e desideravano che creassimo delle lampade ad hoc.Loro hanno certamente una visione più ampia del lavoro del cantiere, dell’architettura, dopodiché veniamo coinvolti anche noi per dare il nostro contributo soprattutto nella parte finale del lavoro… abbiamo un repertorio che comprende moltissimi oggetti che permettono di terminare un progetto, per così dire, in bellezza!

Oltre Il Giardino

Brescia, C.so Zanardelli 40

www.studiogiardino.eu

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