L’intervista a Flavio Bonardi

Intervista a Flavio Bonardi
Presidente della storica associazione “Colli dei Longobardi Strada del Vino e dei Sapori”
Presidente Bonardi, il suo insediamento coincide con il difficile periodo che noi tutti stiamo vivendo a causa della crisi epidemiologica da COVID-19, sfida difficile?
Diciamo che non ci siamo fatti mancare niente! A parte la battuta, quando mi è stato chiesto di assumere l’incarico ho riflettuto su questa voglia di ripartire e di ricominciare che mi hanno trasmesso i membri del precedente Consiglio Direttivo, ed è allora che ho accettato di mettermi in giuoco. Nel mese di ottobre è nata l’idea che abbiamo poi utilizzato durante la prima riunione dell’Assemblea, del progetto “#RIPARTENZA”. Gli incontri istituzionali avvenuti nei mesi scorsi con le Amministrazioni Comunali e con gli Associati, sono stati molto proficui: ho percepito voglia di fare e, soprattutto, unità di intenti. Promuovere il territorio in una logica di rete è la premessa da cui ripartire ma anche l’ideazione di progetti specifici territoriali che valuteremo di volta in volta con le singole amministrazioni comunali e con i nostri produttori associati riveste una significativa importanza.
Oggi la Strada del Vino e dei Sapori cosa può fare per gli Associati e per il Territorio?
L’attività della nostra realtà associativa, non si esplica soltanto nella valorizzazione del prodotto enogastronomico ma anche nella promozione della cultura e del turismo per fare conoscere il territorio in tutte le sue peculiarità. Da qui dobbiamo partire! Il nostro obiettivo concreto è quello di far sì che il Territorio venga valorizzato dal punto di vista comunicativo in tutte le sue forme. Noi promuoviamo e, come dico sempre, non vendiamo un prodotto, ma bensì vendiamo l’idea di un Territorio formato da produttori, da un tessuto culturale, sociale, turistico, ambientale…
Venti anni di Strada dei Vini e dei Sapori Colli dei Longobardi. Come è cambiata la vostra realtà?
E’ cambiata molto…agli inizi, così come previsto dalla normativa UE, le Strade del Vino nascevano per valorizzare il territorio dal punto di vista enogastronomico. Oggi, oltre ad avere aggiunto anche il tema dei “sapori” (ndr Strada del Vino e dei Sapori), lo sguardo è diventato molto più ampio, si parla sempre di turismo ed enogastronomia, ma con una attenzione particolare ai temi: cultura, ambiente, sociale e ospitalità.
Certo non abbiamo ancora raggiunto tutti gli obiettivi che avremmo voluto, ma in questi vent’anni si è percorsa una “strada” che ha permesso di valorizzare e far conoscere il territorio sotto vari aspetti.
Agli inizi la nostra realtà era formata esclusivamente da cantine, oggi abbiamo produttori agroalimentari, ristoranti, bar, strutture ricettive, società di consulenza, agenzie viaggi, enti di formazione e, da dicembre scorso, anche realtà del terzo settore.
Un’evoluzione che non ha riguardato solo la Strada ma anche il modo di fare turismo e di concepire l’accoglienza. Come vede oggi l’approccio degli operatori?
Rispetto ad alcuni anni or sono, gli operatori del settore hanno compreso maggiormente cosa voglia dire offrire opportunità diversificate al turista sia italiano che proveniente dall’estero. Sempre più spesso si parla di turismo che non è più, fortunatamente, legato al solo al tema “vacanze”, bensì all’enogastronomia, al business, alla cultura.
La nostra realtà, fortunatamente, ha stretto importanti relazioni con agenzie di viaggio e VisitBrescia, l’ente che promuove la provincia di Brescia dal punto di vista turistico. Grazie a queste sinergie riusciamo a far sì che si possa rispondere a tutte le richieste che giungono, predisponendo anche pacchetti “ad hoc” per gruppi organizzati. Certo, il lavoro da fare è ancora molto, e oggi con l’attuale crisi emergenziale da COVID-19, anche noi dobbiamo elaborare nuove strategie e ripensare il modo di fare turismo.
Quali sono i punti di forza che questo territorio può giocarsi a livello nazionale e internazionale?
Beh, oltre alle nostre splendide Cantine del Montenetto e del Botticino (DOC e IGT) e prodotti tipici unici nel loro genere come la culatella della Valverde, mieli e aceto di miele, il territorio offre percorsi cicloturistici unici immersi nel verde, studiati per attraversare in lungo ed in largo l’intera zona; musei di alto livello, fra cui il Museo di Santa Giulia a Brescia patrimonio dell’Umanità, oltre ad ambienti unici e prestigiosi spesso non visitabili al pubblico ma che grazie alla collaborazione instaurata con i gestori, possono essere aperti durante l’anno in alcuni momenti specifici, su prenotazione.
Parliamo di futuro. Cosa si aspetta dalla Strada nei prossimi venti anni?
Difficile pensare che possa essere ancora io il Presidente della Strada fra vent’anni, ma immagino di poter lasciare in eredità, con l’attuale Consiglio Direttivo, qualche progettualità che proseguirà nel futuro. Sicuramente quello che auspicheremmo è che il territorio dei Colli dei Longobardi, venisse vissuto in tutte le sue sfaccettature, consentendo così di comprendere come Brescia e la sua Provincia, negli anni, sono riuscite a creare occasioni di valorizzazione di questa zona. All’interno di questo contesto la Strada del Vino e dei Sapori, diviene un’opportunità concreta per tutti: i comuni, le cantine, i produttori…perché la “mission” è quella di promuovere il territorio in tutti i modi possibili.
Fra vent’anni, quindi, auspico che la Strada possa essere conosciuta a livello internazionale, come luogo da vivere tutto l’anno, ma soprattutto spero che il lavoro che stiamo portando avanti nel creare reti e sinergie fra tutte le realtà del territorio (produttori, cantine, consorzi, comuni…) divenga una prassi consolidata e duratura nel tempo.

