“Da giovane  donna la sfida che intendo  abbracciare non è tanto legata a una questione di genere, quanto al desiderio di affermare la mia visione in un  settore, quello del vino …”

Una laurea in Giurisprudenza  vinta da una passione travolgente per il mondo dei vini, è grazie a questa consapevolezza che, Eleonora Bianchi, a soli 24 anni ha invertito le sue rotte spogliandosi della toga e indossando il ruolo dei suoi sogni:  il vino, la vigna, il territorio, Terre d’Aenòr.

Una Laurea in giurisprudenza a pieni voti ed un’irresistibile passione per il mondo dei vini, ma anche delle viti e dei vigneti. Ci racconta i passi sostanziali della sua vita?Il mio percorso è insolito e mai avrei pensato che avrei lavorato nel mondo del vino!Ho sempre sognato di diventare avvocato, giurisprudenza mi è piaciuta tantissimo. Mi sono laureata a Brescia ad Aprile 2020 e avevo già pronta una lista di alcuni grandi studi milanesi dove avrei mandato il curriculum. Poi, ecco che accade una “magia” che rimescola le carte in tavola. Premessa: mio padre, imprenditore del settore oleodinamico, dal 2003 ha iniziato a investire nell’acquisto di vigneti in Franciacorta e, per anni, ha sempre venduto l’uva. Verso la fine del mio percorso di laurea, viene però a maturazione quello che è sempre stato un grande sogno di famiglia: realizzare una nostra cantina in Franciacorta. Davvero entusiasmante! Giorno dopo giorno è come se fossi stata conquistata da questo progetto nascente, che si è progressivamente sostituito nella mia mente alle aule di Tribunale. All’inizio non è stato facile, mi sarebbe piaciuto fare entrambe le cose. Infatti, avevo iniziato la pratica forense part-time, metà giornata nello studio legale e metà con il team marketing con il quale stavamo studiando i primi aspetti della nuova cantina, come per esempio il nome o la grafica delle etichette, ma poi ho compreso che mi trovavo di fronte a un bivio e dopo aver riflettuto a lungo ho capito che questa sfida imprenditoriale mi appassionava davvero tanto. E così, eccomi qui!  

Che valore riconosce e ritrova in un’azienda di famiglia come la sua e quale tipo di legame ha instaurato con essa?Terre d’Aenòr è un progetto di famiglia e il fatto che sia una cantina a conduzione familiare penso che venga percepito come un aspetto che garantisce solidità e affidabilità. Ma c’è di più: si tratta di una cantina giovane e moderna che i miei genitori hanno affidato alla mia guida sin da subito e questo, secondo me, è un aspetto per certi versi rivoluzionario. Tante volte si assiste infatti a progetti di famiglia che vengono affidati alle nuove generazioni gradualmente. Nel mio caso invece, a 24 anni, ho avuto la possibilità di mettermi in gioco in prima persona dando a Terre d’Aenòr un imprinting ben preciso. Inoltre, in questa entusiasmante avventura non sono sola: posso contare anche sulla competenza di un direttore tecnico veramente in gamba, Ermes Vianelli, che segue tutta la parte agronomica ed enologica del progetto e che ha una lunga e qualificata esperienza! Sotto la sua guida lavora anche un team di ragazzi giovani, competenti e motivati

Qual è il vino che più la rappresenta?Farei una distinzione tra vitigni e vino: per quanto riguarda i primi, il Pinot nero sicuramente mi rappresenta, per l’esuberanza, il carattere, il temperamento, la personalità. Ma anche lo Chardonnay, vitigno caratterizzato da eleganza e raffinatezza. Parlando invece dei vini, i miei preferiti sono il Pas Dosè e l’Extra Brut.

Ci spiega il significato di Aenòr?Aenòr è la radice del mio nome ed è stato utilizzato per la prima volta nel 1122 per la figlia del duca d’Aquitania. Sua madre si chiamava Aenòr e la figlia, per distinguerla dalla madre, è stata chiamata Alia Aenòr, letteralmente l’altra Aenòr, da cui è nato poi Eleonora. 

Il suo primo ricordo legato al mondo del vino?Ne ho due. Il primo fa riferimento ai Capodanni di quando ero bambina: mio papà stappava la bottiglia e con il tappo mi inumidiva le orecchie, come portafortuna. Il secondo invece è relativo al momento in cui scoprii che il tappo non nasce con la forma a fungo, ma con quella cilindrica! 

Cosa rappresenta il vino per lei?Il vino ha sempre rappresentato per me momenti gioiosi, feste e convivialità. In questi anni ho potuto però approfondire tanti altri aspetti di questo mondo, che mi affascina sempre più. Per esempio, tutta la parte agronomica, un ambito che richiede grandi competenze e anche tanta flessibilità (nel nostro caso, essendo biologici al 100%, ancora di più). Amo molto vivere un rapporto diretto con la natura infatti, appena posso raggiungo il team in vigna: mi piace seguire le lavorazioni e imparare da loro anche qualche segreto del mestiere, per esempio in tema di potature. Ma il vino è anche mondanità, è possibilità di creare ponti con mondi diversi ma sinergici, come quello della moda per esempio. Infine, il vino permette di conoscere sempre tante persone. Anche questo lato mi appaga molto, infatti pur occupandomi della parte commerciale e marketing, in questi mesi ho seguito direttamente anche la parte di hospitality, che mi ha dato la possibilità di conoscere di persona i nostri consumatori!

Se i suoi vini fossero delle canzoni?Posso fare una battuta? Sceglierei la nuova canzone dei Black Eyed Peas, il cui titolo è: Simply the best! 

Come lo sceglie il vino, la donna?Oltre alla conoscenza tecnica, che varia da persona a persona, penso che in generale la donna abbia una spiccata componente emozionale, che la porta ad esaminare come si presenta la bottiglia, soprattutto il packaging. Infatti, per me è stato importante dare alle nostre bottiglie una forte identità: le etichette Terre d’Aenòr richiamano il mondo dell’arte e della moda, hanno linee moderne e giocano con il colore, che viene esaltato dalla carta metallina, la quale riflette la luce creando effetti cromatici molto belli e particolari. Un altro aspetto è sicuramente quello della sostenibilità e sono fiera che le nostre bottiglie siano uscite sin da subito con la certificazione bio in etichetta. Infine, penso che la donna desideri anche distinguersi e stupire, magari andando alla ricerca di qualche prodotto di nicchia e di qualità. 

Essere donna in un mondo, quello del vino, per molto tempo considerato maschile. Pensa che possa considerarsi oggi un luogo comune superato? Penso di sì, oggi in Italia ci sono tante donne alla guida di cantine anche importanti, tant’è che sono nate associazioni come per esempio “Le donne del Vino”, che gioca un ruolo molto importante. Da giovane donna la sfida che intendo abbracciare non è tanto legata a una questione di genere, quanto al desiderio di affermare la mia visione in un settore, quello del vino, molto legato alla tradizione, ma che ha tanto da offrire e comunicare. Essere poi una ragazza intraprendente di 27 anni penso possa aiutarmi a portare un punto di vista nuovo e diverso.

Che svolta hai dato al business?Il mio desiderio è quello di creare un progetto giovane, moderno e innovativo, con una forte identità. Questo impulso è ciò che oggi mi guida nella strategia aziendale di marketing e comunicazione che seguo direttamente. Il desiderio è quello di raccontare il vino in modo inedito, studiando concepts originali e non stereotipati, ma allo stesso tempo eleganti e ricercati, lasciando correre la fantasia e utilizzando un linguaggio comprensibile a tutti, permettendo così anche a chi non è un professionista del settore di comprendere concetti tecnici legati alla produzione. In più mi metto in gioco in prima persona. Sono molto attiva sui nostri canali social e da un anno ho anche una mia rubrica che esce ogni Mercoledì su IG e FB: “Il Vlog, tutto quello che succede raccontato da Eleonora”. Mi piace instaurare un rapporto diretto con i nostri followers, portarli virtualmente con me in vigna o in cantina, raccontare loro il dietro le quinte e soprattutto dare un volto all’azienda e ai nostri prodotti. Sul fronte produttivo invece, abbiamo adottato un approccio biologico al 100% sia in vigna che in cantina fin da subito, perché per noi rappresenta una filosofia di vita. Seguiamo direttamente tutto il processo produttivo, utilizzando tra l’altro esclusivamente le nostre uve, provenienti dai 42 ettari di proprietà che sono dislocati in 29 diversi appezzamenti. Puntiamo a offrire un prodotto di elevata qualità, frutto della cura meticolosa di ogni dettaglio e di grande maestrìa e competenza.  

Come definirebbe i suoi vini?Eleganti, schietti, amabili, dai colori intensi e naturali e dai profumi intriganti e complessi, diretta espressione del territorio e con una personalità ben definita. Nella preparazione della liqueur utilizziamo solo i nostri vini sapientemente invecchiati, anche in piccoli carati di rovere. Inoltre, ciò che caratterizza i vini Terre d’Aenòr è un perlage fine e persistente, una bollicina delicata e che accarezza il palato. Infine, tutti i nostri vini sono caratterizzati da bassi dosaggi di anidride solforosa, inferiore ai 55 mg/L, circa un terzo rispetto ai massimi consentiti dal disciplinare del biologico.  

Quali obiettivi si presentano a medio e lungo termine?Sicuramente costruire un brand che veicoli qualità, eleganza, modernità e innovazione. Sono molto impegnata anche sul fronte commerciale, dove l’obiettivo è quello di costruire una rete vendita capillare innanzitutto in Italia, dove stiamo selezionando partner commerciali di alto profilo, in grado di distribuire il prodotto all’interno del canale Horeca. Ma l’obiettivo è quello di entrare anche nei mercati esteri più rilevanti. Inoltre, vorrei raggiungere punteggi importanti all’interno di guide di settore e concorsi. Nel 2022 sono già arrivati alcuni primi gratificanti risultati, come la finale raggiunta dal nostro Extra Brut nella rinomata guida “Vini d’Italia” firmata Gambero Rosso; oppure, al concorso mondiale “The Champagne and Sparkling Wines” le medaglie d’argento vinte dal Satèn e dall’Extra Brut.

Nel suo tempo libero invece cosa “scorre”?Tante sciate! Sono molto appassionata di sci, ho iniziato quando avevo 5 anni e mi sarebbe piaciuto coronare il mio hobby facendo il concorso per diventare maestra di sci, ma tra il liceo classico prima e l’università dopo, mi è mancato il tempo necessario. Restando in ambito sportivo pratico tutte le settimane Pilates e quando ho tempo gioco anche a tennis. Mi piace molto la musica (ho suonato per più di 10 anni pianoforte) e anche il teatro (in particolar modo l’Opera e il Balletto). 

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