sinceramente non l’ho mai considerata “la figlia di…”, del grande maestro riconosciuto in ogni dove, ma colei che, non ha fatto altro che accrescere e potenziare un successo non per forza già scritto, una donna incredibilmente “solida”, consapevole, disincantata e lungimirante, colei che, al posto del “contorno” ha saputo conquistarsi il momento del dessert tant’è che anche il Forbes ha puntato su di lei.

Chi è Debora Massari? Bella domana. Me lo chiedo spesso anche io. Posso definirmi semplicemente un “ibrido”?Con una laurea in tasca in scienze e tecnologie alimentari, nel 2000, decisi di iniziare il mio percorso professionale alla Pasticceria Veneto senza però potermi “guadagnare” il permesso di papà (il Maestro) nel mettere in campo le mie conoscenze. Come fu il mio esordio? Magazziniera, poi barista, poi cameriera, poi addetta alle vendite, imparai a conoscere a trecentossessanta gradi il suo mondo che da lì a breve sarebbe diventato anche il mio quando finalmente si aprirono le porte di quel tanto bramato laboratorio e quindi della vera produzione. La mia “premessa” alla Pasticceria Veneto si arricchì di una moltitudine di esperienze, esercizi fondamentali che mi permisero di comprendere il passato, il presente e di conseguenza disegnarne un futuro. Una delle prime grandi responsabilità che dovetti affrontare in piena autonomia fu l’apertura del sito web, dell’e-commerce dedicato e dei social network. Papà mi affidò 4.000 euro e mi disse “arrangiati tu”. Quel progetto, invocato da tempo, stava diventando finalmente realtà ma credetemi che coordinare una produzione che da lì a breve sarebbe letteralmente “esplosa” non fu così semplice. La pasticceria vive di processi molto complessi e interfacciarsi con quel tipo di dinamiche rappresentò una vera inquietudine. Riuscii insieme al team a coordinare quello che sarebbe diventato un nuovo business e aprimmo lo shop on-line. Il successo fu veramente colossale, quasi ingestibile, tant’è che dovettimo bloccarlo perchè andammo subito in over booking. Il laboratorio in quel momento produceva ad un ritmo serrato, quasi in sovraccarico ed io all’epoca mi occupavo un po’ di tutto, dal customer service alla gestione degli ordini, dal coordinamento della produzione alle confezioni da inviare ai clienti che caricavo poi da sola sul camion del corriere.
Tuo padre che appartiene ad una generazione diversa dalla nostra come ha reagito all’avvento della tecnologia, dell’e-commerce e dei social network?Malissimo (… e ride). Non ci credeva nemmeno un po’, conviveva con l’eterna preoccupazione che il prodotto potesse deteriorarsi o alterarsi. In effetti, all’inizio di questa esperienza, non mancarono le lamentele dei clienti. I vari corrieri, un tempo, poco abituati a questo genere di spedizioni, non dedicavano l’attenzione e la sensibilità che osserviamo oggi; i pacchi a volte venivano recapitati rovesciati, danneggiati e vi lascio immaginare la conseguenza sul contenuto. Dovetti comunque lottare con mio padre per cavalcare insieme a lui questo grande cambiamento e grazie a qualche “correzione” di percorso e alla rilettura di un packaging che potesse meglio conservare i nostri prodotti riuscimmo ad aggirare ogni problematica. Nel 2017 iniziammo a ragionare nell’ottica dell’espansione immaginando l’apertura di un secondo punto vendita a Milano e di un nuovo e più grande laboratorio che potesse supportare la produzione della Pasticceria Veneto visto il sempre crescente successo dell’e-commerce.L’ingresso in azienda di mio fratello, in questo delicato momento, fu sostanziale e la sua complementarietà fu per me importantissima.Oggi ci presentiamo come una realtà imprenditoriale di famiglia completamente rinnovata, 200 sono i collaboratori che lavorano per il grupp, 5 flaghship store, 14 pop-up, un grande laboratorio in via Orzinuovi il tutto sostenuto anche dal grande apporto dello shop-online, un risultato che ci riempie di orgoglio.Per conquistare questi obiettivi abbiamo lavorato duramente, “abbiamo”, ci tengo a sottolinearlo, perchè è stato un lavoro di squadra, un impegno condiviso che ci ha permesso di fronteggiare quella grande evoluzione che inevitabilmente, in questi ultimi anni, ha ridisegnato l’economia del nostro paese.
La tua giornata tipo? Mi sveglio intorno alle sei del mattino, il momento perfetto per controllare la cartella dei ragazzi prima della scuola e per organizzare l’agenda della giornata. Tre volte alla settimana dalle sette alle otto gioco a tennis per poter essere in ufficio verso le nove.In azienda mi occupo di marketing e contemporaneamente, insieme a mio fratello, faccio parte della divisione “ricerca e sviluppo” dedicata allo studio dei nuovi prodotti. L’obiettivo è quello di anticipare le tendenze divenendone in un certo senso pionieri. Preferiamo essere imitati e guadagnarci il titolo di innovatori. Perchè questo possa concretizzarsi è necessario avere le spalle larghe, una profonda conoscenza, una lungimirante saggezza ma anche una forma mentis consacrata alla crescita ed è proprio per questo che il marketing ha giocato un ruolo fondamentale in questo lungo e delicato processo.
Cosa significa essere la figlia dell’uomo più buono del pianeta?É stato un punto di riferimento ma anche un padre “ingombrante”. Sicuramente se fossi stata la figlia di qualcun altro avrei ascoltato le mie ambizioni più pure. Il mio futuro, probabilmente, era già stato scritto o per lo meno preannunciato da quel DNA che ho preferito non disperdere. Una storia di famiglia densa di fatiche e sacrifici che ho deciso insieme a mio fratello di preservare e accrescere. Di mia madre, ad esempio, si parla sempre troppo poco, una donna che ha rappresentato veramente il successo della nostra azienda e che ha magistralmente sostituito mio padre portando avanti il negozio durante le sue assenze per i vari concorsi. Questo non deve essere mai dimenticato.
Ma il Maestro è davvero ingombrante (… e rido io)? É un uomo totalmente polarizzante dotato di un carisma spaventoso. Se l’80% delle persone che lo osserva in TV lo ama un altro 20% lo odia. Addirittura sono state create delle meme ironiche su di lui. É un personaggio unico a tutti gli effetti anche per la sua ingombrante personalità.
Come figli vi siete mai sentiti in ombra? Io e mio fratello non abbiamo mai vissuto la competizione e nemmeno ci sentiamo “ereditieri”. Siamo dei garanti, riconosciamo il ruolo di ognuno con l’obiettivo di coltivare ciò che è stato fatto. Non mi vorrei mai sostituire a lui, vorrei raccontarmi per quella che sono.
Quale sarebbe stato il tuo piano B? Sicuramente o il mondo dello sport o la medicina, due sfere che mi hanno sempre attratta.
Di recente sei stata vittima di body shaming sui social accusata di eccessiva magrezza, come hai convissuto con questo colpo basso e come ti senti di rispondere dinnanzi ad un argomento così feroce? In realtà non mi sento vittima poichè, fortunatamente, non soffro di disturbi alimentari. Penso si tratti di genetica, sono magra di costituzione e il mio carattere particolarmente ansioso combinato allo sport probabilmente mi permette di mantenere quel normopeso che rientra nei canoni attuali. Il cibo non ha mai rappresentato un’ossessione, una dipendenza mentale, è una priorità nel mio lavoro ma non nella mia testa. Se perdo o metto due chili evidentemente è un problema degli altri non di certo mio, io sto benissimo nella mia pelle.
Sei stata ufficialmente inserita nella lista delle 100 donne in carriera per Forbes, cosa rappresenta per te questo traguardo raggiunto? É stata un’iniezione di autostima, non me lo sarei mai aspettata che una rivista di pregio come Forbes potesse annoverarmi in questa autorevole lista. Probabilmente è stato il riconoscimento per questi ventidue anni di lavoro ma la notizia è arrivata in modo sbalorditivo e inaspettato.
É difficile per una donna farsi strada nel mondo del food? Nella vita ho incontrato delle resistenze più umane che tecniche, ci sono state, non posso negarlo. Sono stata discriminata per il mio ruolo di mamma che per molti non fa rima con imprenditorialità, un luogo comune, un pregiudizio che ho dovuto zittire. In passato ci soffrivo particolarmente. Volevo dimostrare di essere perfetta ad ogni costo ed essere all’altezza del ruolo che ricoprivo. Oggi, probabilmente grazie al tempo che passa e alla maturità, sono riuscita a “limare” questo senso di inadeguatezza e di inutile competizione. Oggi non mi giustifico più con nessuno e vivo con grande serenità la mia posizione di mamma-lavoratrice.
L’esperienza sotto le telecamere a Master Chef cosa ti ha lasciato? Quanto pensi sia stato importante per la tua crescita questo eco mediatico? Non sono mai stata autoreferenziale. L’esposizione mediatica non ha cambiato nulla nella mia vita, sono rimasta figlia, moglie, mamma e amica così come lo ero prima. É stato importante per l’espansione di un brand ma non per la celebrazione di me stessa.
Quali sono le differenze che scorgi tra il punto vendita di Brescia e gli altri vostri punti vendita?Cosa differenzia ad esempio il cliente bresciano? I bresciani conoscono perfettamente il percorso del Maestro e in esso, in un certo senso, si ritrovano perchè fa parte della loro vita, della loro storia, della socialità e anche dello sviluppo economico di quelle che un tempo potevano definirsi piccole realtà. Hanno sempre dimostrato una grande affettività e il successo di Iginio Massari per molti si è rivelato anche un motivo d’orgoglio. Mio padre dal canto suo ha sempre fatto trasparire questo attaccamento al suo territorio e questa brescianità vissuta in maniera così intensa. Pensa che quando rientra da un viaggio dice sempre: “sto bene in tutte le parti del mondo ma come a casa mia…”.

Il 2023 nomina la nostra Brescia Capitale della Cultura e il cibo è cultura. Come risponderete a questo importantissimo appuntamento? L’idea è quella di creare un dolce che abbia come elementi qualificanti le materie prime bresciane e bergamasche.
Quali sono i progetti per il futuro? Sicuramente in questo delicato momento il nostro principale obiettivo è quello di pianificare bene il presente. Stiamo attraversando un momento storico non facile, per i più svariati motivi, compreso il rincaro energetico che sta gravando pesantemente su tutti, famiglie e aziende. Progetti ce ne sono, e anche tanti, ma per ora preferiamo essere prudenti.
Tre ingredienti che non possono mancare nella tua vita? I miei figli, mio marito e il cioccolato.
Se non fai colazione alla Pasticceria Veneto dove vai? A casa oppure in ufficio dove veramente non manca nulla. Quando riesco a ritagliarmi del tempo in più scelgo comunque la Pasticceria Veneto per un cappuccino e un croissant.
Qual è il ricordo più dolce della tua infanzia? Sicuramente le vacanze al mare o in montagna con mamma e papà ma non posso dimenticare i pomeriggi trascorsi in pasticceria rubando i cioccolatini che poi gustavo nascosta sotto il bancone.