La parola “dieta” è bandita dal suo vocabolario e insieme a lei tutto quel calderone di limitazioni, imposizioni, infattibilità e relativi insuccessi. Il Dott. Francesco Arena, dietista-nutrizionista, professionista da 110 e lode e tanti anni trascorsi anche in corsia agli Spedali Civili di Brescia, non è un professionista fuori dagli schemi ma l’essenza del ruolo. Un nutrizionista al servizio del paziente, dei suoi bisogni, del suo stile di vita, un professionista in grado di valutare ogni percorso nutrizionale in modo soggettivo suggerendo stili di vita che non conoscono la parola “fame”.

Qual è stato il suo background e per quale motivo decise di specializzarsi in questa branca della medicina? Mi sono laureato in dietistica al Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali della Facoltà di Medicina di Brescia con una votazione di 110 e lode credendo fortemente nel grande valore dell’alimentazione. Il motivo? Uno solo. Riscattarmi da una condizione di sovrappeso ed essere il primo paziente di me stesso. É proprio da questa esigenza, dalla voglia di curarmi nel miglior modo possibile e di riscattarmi da una condizione poco piacevole, che decisi fortemente di dedicare tutta la mia vita alla nutrizione. Ogni giorno aiuto gli altri a migliorarsi, a stare meglio con se stessi e a uscire da quella condizione di insoddisfazione perenne che vede il cibo come una valvola di sfogo. Il cibo è piacere e amore verso se stessi. Chi lo vive come un mezzo per trovare un “porto sicuro”, si fa del male senza saperlo. Grazie al progetto che sostenne la mia tesi, premiata come MIGLIOR Tesi di Laurea in dietistica d’Italia dall’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID), rimasi presso gli Spedali Civili per ben sei anni arricchendo la mia formazione e impegnandomi al massimo per apprendere il più possibile, aggiornandomi poi continuamente e apprendendo nuove competenze per valorizzare al massimo la mia condizione psico-fisica e quella dei miei pazienti. Oggi mi dedico unicamente alla libera professione accogliendo i pazienti nel mio studio di Brescia.
Qual è la sua visione nei confronti del dimagrimento?
Il concetto di dieta è un approccio al dimagrimento molto restrittivo, privativo e a scadenza che si basa su aspetti quantitativi, ovvero mangiare meno rispetto a quello che il nostro corpo brucia (metabolismo). Le diete spesso cancellano tristemente anche il principio del piacere legato al cibo. Questi aspetti rendono le diete poco sostenibili nel tempo e portano il paziente ad abbandonare le indicazioni riprendendo tutti i chili persi. Non mi piace parlare di “dieta” perchè il vero segreto è proprio quello di non farla. Seguire uno schema rigido pre impostato e tutto pesato può avere degli effetti negativi sull’organismo. Il metabolismo stimolato da approcci restrittivi spesso tende ad adattarsi e a bruciare sempre di meno. Il paradosso è che meno do al corpo meno il corpo brucia. Da qui nasce il concetto di “Allergico alle diete”®, un approccio che nasce dallo studio di molte ricerche scientifiche svolte nel mondo. “Allergico alle diete”® significa spostarsi da un aspetto quantitativo, spesso promosso da alcune diete, ad un atteggiamento qualitativo.
Qual è la sua filosofia?
Concentro tutta la mia attenzione sullo stu-dio di tre fattori qualitativi: come abbinare i cibi, quali caratteristiche devono possedere e quando devono essere consumati, questo perchè ogni cibo mangiato in momenti diversi ha effetti differenti sul corpo. Pensiamo al sonno, la durata raccomandata è di 7-9 ore al giorno, ma dormire da mezzanotte alle otto di mattina oppure dalle 10 di mattina alle 18 assume due valori completamente differenti. Da questo deriva quindi l’importanza dell’aspetto qualitativo. Ovvero creare delle abitudini semplici, comode, facilmente replicabili e durature che conducano unicamente al benessere del paziente. Mangiare in questo modo risulta semplice ed equilibrato. Significa imparare per sempre a gestire la propria alimentazione in ogni situazione senza rinunce e senza inutili imposizioni e stress.
Stiamo parlando di indicazioni alimentari sostenibili, senza eccessivi focus sul grammo o sul famoso ingrediente introvabile? I miei pazienti non pesano quasi nulla. Pesare ogni singolo alimento che si mangia è un mito da sfatare. Il dimagrimento da traguardo difficile e impegnativo diventa un obiettivo fattibile e duraturo grazie alle mie indicazioni. Al centro del percorso c’è il paziente con le sue esigenze, i suoi gusti e la sostenibilità dei consigli alimentari.
Come viene interpretato dal paziente il concetto di dimagrimento? Molto spesso si è troppo concentrati sui numeri della bilancia, creando ansia da prestazione e stress. É fondamentale invece trasmettere serenità e considerare il cibo come atto d’amore e il peso come un semplice numero e non come un qualcosa che ci definisce. Lavoro molto su queste interpretazioni per-chè il cibo, a livello cognitivo, viene percepito in maniera differente, da paziente a paziente e utilizzato a livello psicologico anche come atto compensatorio. É importante risolvere anche queste delicate problematiche, vedendo il dimagrimento come la conseguenza di un equilibrio e non come l’obiettivo finale.
Se dovesse spiegare ad un suo paziente cosa significa mettersi a dieta cosa gli direbbe? Sicuramente suggerirei di non mettersi a dieta. Dalla mia esperienza, da cui nasce il rifiuto per questo approccio, l’atto del mettersi a dieta significa restringere, mangiare meno, rinunciare e battersi per conquistare il mero risultato numerico. Da questo tipo di atteggiamento si innesca un’ansia da prestazione incredibile. Ecco che il numero sulla bilancia, ovvero l’obiettivo raggiunto, poi nella maggior parte delle ipotesi non viene mantenuto. É necessario quindi costruire un percorso altamente personalizzato che metta al centro “l’io”, un percorso fattibile in cui si sta bene, si vive bene, si mangia correttamente. Parliamo di benessere.
Come vengono personalizzate le sue indicazioni alimentari? Come si svolge una visita tipo? Una visita ha una durata di un’ora. Nella prima fase si svolge un triage; parlo lungamente con il paziente riguardo le eventuali patologie, i valori dei suoi esami del sangue, il suo stile di vita, il lavoro che fa, il suo ruolo nelle quotidiane azioni di menage famigliare. Criteri su cui si tende a personalizzare, dati meno oggettivi ma più soggettivi. Non facciamo eseguire test del DNA o altre valutazioni se non di valenza scientifica comprovata.
Si può dimagrire senza fare sport? Assolutamente sì. Lo sport andrebbe vissuto come un momento di relax per “evadere” dalla routine quotidiana e non come un mezzo per bruciare tot calorie. L’alimentazione domina lo star bene e il dimagrimento. Se mangio bene perdo peso, se mangio bene e faccio sport perdo peso più in fretta ma se mangio male e faccio sport non ottengo ahimè alcun risultato. Diciamo che l’atteggiamento più dannoso sta nel fare tanto sport per poi compensare con tanto cibo e con la relativa certezza di aver bruciato di più. Condotta sbagliata.
Quando il paziente può vedere i primi risultati? Ci sono tempistiche standard? La bilancia non rappresenta di certo un punto d’arrivo. Sconsiglio sempre ai miei pazienti di pesarsi nelle fasi iniziali. I primi risultati il paziente li nota da solo, con se stesso, indossando i suoi vestiti e accertando i progressi. Diciamo che il risultato più interessante lo scorgerà allacciando i suoi jeans abituali. Se il paziente si concentra troppo sui numeri della bilancia pesandosi a casa, perde la possibilità di ascoltarsi e di trovare un equilibrio duraturo. Chi si pesa sbaglia perchè permette ad un numero sulla bilancia di influenzare le proprie scelte alimentari. Se vogliamo parlare di dati oggettivi possiamo dire che in media si perde dal 4 al 7% del proprio peso ogni mese.
Il pasto libero come viene invece moderato? Il concetto di pasto libero è proprio legato alla brutalità e alla rigidità delle diete. Spesso si tratta di una ricerca di libertà in un percorso dietetico troppo restrittivo. Il mio approccio invece, permette al paziente di vivere in piena serenità il percorso senza aver bisogno di “concessioni”. I miei pazienti infatti, non sentono “l’esigenza di vivere il pasto libero” come un momento in cui abbuffarsi. Spesso chi è a dieta si approccia così al pasto libero perché magari viene da un periodo in cui ha mangiato molto poco e senza gusto. Tuttavia, il mio approccio lavorando su aspetti qualitativi e non quantitativi, non fa arrivare il paziente al momento del “pasto libero” con una voglia spasmodica di abbuffarsi o mangiare molto. Quindi anche nell’approcciarsi a situazioni conviviali, i miei pazienti non sentono l’esigenza di abbuffarsi ma vogliono mantenere il loro equilibrio, non tanto per paura di ingrassare ma per il benessere che percepiscono e che vogliono preservare.
Riguardo alle problematiche di peso legate all’infanzia? Data l’entità del fenomeno, oggi caratterizzato da dati impressionanti, 1 bambino su 3 ne è affetto, dedico un percorso specifico alla cura dell’obesità e sovrappeso nei bambini. Grazie alla sostenibilità del percorso sia i miei piccoli pazienti che i genitori possono ritenersi soddisfatti sia dei risultati che della sostenibilità. L’atteggiamento più importante da considerare quando si parla di bambini risiede nella correzione della spesa. La creazione da parte del genitore di un ambiente “pulito”, ricco di prodotti sani e non provenienti dall’industria alimentare è il primo passo verso la costruzione di uno stile di vita esemplare. Si tratta di rimodulare le classiche abitudini e accompagnarlo in un percorso costruito su misura con il supporto di tutta la famiglia.

Come è nata l’idea di creare delle barrette? L’idea è nata per concretizzare la mia filosofia “Allergico alle diete”®. Spesso si pensa che il cibo sano non sia buono. Con questa barretta ho voluto sfatare questo mito. Ho deciso di creare una barretta che unisce scienza, salute e gusto. Così è nata COLESTBAR, la prima barretta ideata per persone con il colesterolo alto o che comunque vogliono mantenere dei livelli di colesterolo nella norma. Lo stile di vita moderno ha portato più di un italiano su due oltre i quarant’anni ad avere il colesterolo alto. Colestbar rappresenta per questo una vera e propria rivoluzione, perchè permette a chiunque di avere sempre con sé uno snack sano e gustoso che fa anche bene. Per snack intendo un alimento che possa essere una merenda, un dopo pasto o una colazione veloce. La ricetta di COLESTBAR nasce da una ricerca americana. Questa barretta riunisce solo ingredienti sani e che si sono dimostrati efficaci nel ridurre/mantenere in modo naturale livelli di colesterolo nella norma. Questi ingredienti sono i semi di chia, l’avena, i semi di lino, nocciole e cioccolato. Abbiamo aggiunto anche il nostro super ingrediente, i fitosteroli, ideali per la loro virtù di ridurre i livelli ematici di colesterolo e in particolare di colesterolo cattivo in quanto sono capaci di legare il colesterolo all’interno dell’intestino e di non portarlo al sangue eliminandolo con le feci.

Le barrette COLESTBAR sono adatte a tutti? Colestbar è adatta a tutti coloro che desiderano uno snack sano e gustoso, tranne a bambini sotto i 5 anni e donne in gravidanza o allattamento. Non è adatta solo a chi ha il colesterolo alto, io, come nutrizionista, la consiglio a chi è sempre di fretta e fatica a trovare uno snack/dolcetto sano ed equilibrato. I fitosteroli contenuti in COLESTBAR contribuiscono al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue, per questo sono adatti anche in prevenzione, io stesso le consumo quotidianamente.
Dott. Francesco Arena Dietista-Nutrizionista Via degli Stampatori, 61 – 25127 Brescia BS
Per prenotare una visita: 333-5430803 www.dottfrancescoarena.it