Ma.Co.F 10 settembre / 4 ottobre 2022
“Petit Cadre è un progetto che nasce per mettere in luce la simbiosi perfetta che si può creare tra un’immagine e la sua cornice… e naturalmente sottolineare, ancora una volta, l’importanza della stampa fotografica e dei materiali utilizzati”.

Come nasce il progetto Petit Cadre?
Un’idea che nasce dall’invito del Centro della Fotografia Italiana, il Ma.Co.F, ad aprire la nuova stagione dedicata alla fotografia. Un’esposizione in cui presento essenzialmente la mia idea di fotografia, il mio genere; sono perlopiù dei dettagli e per questo motivo lo definisco persino un “rifiuto fotografico”. In particolare mi faccio attrarre da soggetti che in qualche modo mi richiamano nella vita di tutti i giorni. Si tratta pur sempre di dettagli, nella mia fotografia non esistono le persone, le ho già eliminate da tempo nel mio percorso artistico. Non è certamente una visione futuristica la mia, ma a distanza di tempo, dopo aver fatto anche dei lavori importantissimi, ho deciso di appendere la macchina fotografica al chiodo e tornare ad occuparmi esclusivamente di stampa.
Quando inizia la tua carriera?
Ribadisco che in primis io sono uno stampatore. La mia esperienza inizia con l’azienda Vigasio nel 1989 e devo ammettere senza falsa modestia che oggi il mio percorso mi ha portato ad essere un professionista. Lo vedo, lo sento, anche in rapporto ad altri lavori che posso osservare nel corso di fiere, presentazioni ed esposizioni. Il fatto che io abbia in un certo senso abbandonato la macchina fotografica non significa che la mia passione si sia arrestata, anzi, oggi cerco di catturare alcuni aspetti che mi soddisfano personalmente. Il progetto presentato nasce in questo caso dall’idea di abbinare la fotografia alla cornice nell’intento di esaltare entrambe al meglio.
La stampa fa la differenza?
Assolutamente. Il fotografo ha un’idea, un progetto, e lo realizza sfruttando un’attrezzatura che oggi lo aiuta molto a differenza di anni fa grazie alla tecnologia, ai corsi, i tutorial e via dicendo.
Per assurdo posso dire che oggi è più facile per uno stampatore da quel punto di vista, tuttavia è necessario metterci del proprio per ottenere risultati di alto livello. Io sento la stampa, sono un sanguigno, e questo non può farlo la tecnologia per noi; io leggo l’immagine immediatamente e capisco dove deve andare a vivere questo scatto.
Oggi sono arrivato ad utilizzare ben trenta tipologie di carte fotografiche fine art, le conosco come se fossero mie figlie, e sono inserito nel circuito internazionale col marchio “Digigraphie” rilasciato da Epson Parigi.
Quali opere presenti?
Presento una trentina di opere, sono tutti scatti realizzati da me. In qualche caso sono andato a ripescare delle immagini iconiche, come ad esempio il mio cigno ruotato, o il bersaglio che è diventato il logo di Petite Photo, il mio studio, perché descrive molti aspetti del mio lavoro.
C’è il colore che io personalmente adoro e il bianco e nero che sottolinea il mio punto di partenza in camera oscura, come bianconerista. Nel caso di queste immagini vengono dal passato più lontano, mentre per il resto sono andato indietro di cinque o sei anni per presentare anche qualcosa di non visto, che non ho esposto in studio.
Cosa accomuna i lavori esposti?
Il progetto nasce dall’idea di sottolineare quel legame particolare che fonde un’immagine alla sua cornice e da questo proposito ha preso vita il titolo “Petit Cadre” che richiama il nome della mia attività “Petite Photo” in un gioco di rimandi. Tornando alle immagini sono tutte sfumature, fotografie di dettagli stampate a colori o in bianco e nero in dimensioni che variano, ma pur sempre grandi formati. Le cornici sono tutte artigianali, realizzate su mia indicazione per finiture e colore, in modo da dialogare con la fotografia ed espanderla, come se fosse un tutt’uno. Naturalmente anche il colore della cornice fa la differenza, ad esempio tra i lavori iconici c’è l’immagine della Sala Tripcovich rosa in una cornice rosa; la scelta è di proseguire nelle tonalità senza dare contrasto. Per concludere ho inserito anche qualche cornice storica artigianale cercata da me dai collezionisti.
Il messaggio di questo progetto?
Mettere in luce la simbiosi perfetta che si può creare tra un’immagine e la sua cornice e naturalmente sottolineare, ancora una volta, l’importanza della stampa e dei materiali utilizzati. A seconda del tipo d’immagine che presento spazio dal Canvas alle carte Fine Art 100% cotone, fino ad arrivare alle carte metalliche create per dare un effetto tridimensionale. Questa confidenza deriva dalla mia lunga esperienza di stampatore che mi permette di vedere un’immagine e comprendere subito il materiale migliore affinché questa possa prendere vita. Si tratta di un’intuizione legata a trentatré anni di lavoro perché la professionalità si acquisisce solo con l’esperienza e la passione.