Finalista dell’edizione 2018 di The Voice: Andrea Butturini

Brescianissimo, nato nel 1994, Andrea Butturini è autore, cantante e produttore, una figura ibrida, appassionata e versatile nel panorama musicale nazionale. Si approccia alla musica all’età di 11 anni studiando pianoforte e canto per poi negli anni successivi espandere i propri interessi al mondo dei sintetizzatori e della produzione musicale (in cui si diploma). Attualmente le produzioni su cui sta lavorando sono composte da sonorità elettroniche, EDM, ispirate dallo stile nordico ma con testi completamente in italiano.

Ciao Andrea come è stato il tuo primo approccio al canto e alla musica?

Ho sempre ascoltato musica ed è sempre stata la mia più grande passione, anche grazie ai miei genitori che fin da piccolo mi facevano ascoltare grandi album e artisti, dai Led Zeppelin a David Bowie, fino ai Jamiroquai. Allʼetà di dieci-undici anni ho iniziato a cantare e studiare pianoforte.

Hai iniziato molto giovane a chi ti senti riconoscente artisticamente?

Senza dubbio ai Depeche Mode, prima band di cui mi sono follemente innamorato in età pre-adolescenziale. Mi hanno accompagnato in tutte le esperienze di crescita, artistiche e non. Grazie a loro, ho scoperto la musica elettronica, i sintetizzatori, un mondo veramente affascinante e che ad oggi è la mia più grande passione.

Invece se dovessi indicare alcuni cantanti a cui ti ispiri?

Tanti cantanti e musicisti che sono passati sul mio iPod, mentre tornavo a casa da scuola, hanno influenzato il mio modo di intendere il canto e la musica in generale. Dalla fase di produzione, alla scrittura. In primis, Jeff Buckley, per lʼutilizzo preciso e tecnico, ma veramente emozionante della voce. Luigi Tenco, per la capacità di parlare dʼamore, senza mai essere banale, uno dei miei cantautori preferiti. Infine, se dovessi ridurre a tre figure il mio breve elenco, credo Thom Yorke, il frontman dei Radiohead, per la sua follia, la sua conoscenza degli strumenti, il suo talento sperimentale e di sperimentare. Un musicista a 360 gradi. Ci sarebbero tanti altri punti su cui vorrei soffermarmi, ma rischierei di dilungarmi troppo!

Come è stata lʼesperienza a “The Voice”?

È stata sicuramente unʼesperienza importante, mi ha fatto conoscere il mondo televisivo, il “dietro le quinte”, mi ha messo alla prova. Sinceramente sono un poʼ nauseato dalla musica come mezzo di competizione, ma altre vie ora come ora, sono poco percorribili e difficili. Ho affrontato le varie esibizioni in primis come una sfida contro me stesso e con la voglia di fare sempre meglio. Le cose sono andate bene, è un ricordo che mi porto dentro e mi rende orgoglioso.

Se potessi scegliere con la bacchetta magica con quale cantante di piacerebbe fare un duetto?

Rispondo a questa domanda istintivamente, senza pensarci troppo, altrimenti ci starei delle ore. Il primo che mi viene in mente è quello giusto. Sarebbe un duetto impossibile, anche perché purtroppo è scomparso nel 2016: David Bowie.

Si può chiedere la tua canzone preferita? E quella che invece non hai mai cantato ma ti piacerebbe interpretare?

La mia canzone preferita è “Stripped” dei Depeche Mode, perché intrisa di significato per me. Racchiude nel testo e nella produzione del brano, tutto ciò che cerco di trasmettere anche nei miei brani. Qualcosa di etereo, ma al tempo stesso molto concreto. Una canzone che non ho mai cantato ma mi piacerebbe cantare è una canzone presa dal mio primo album in uscita nel 2023! Scherzi a parte, la mia più grande fortuna è essere circondato da bravissimi colleghi musicisti, ma soprattutto amici, che sono in grado di accompagnarmi su qualsiasi brano, quindi abbiamo grande libertà sulla scelta dei pezzi quando andiamo a suonare.

Cʼè un brano musicale che ti emoziona particolarmente quando lo canti? Uno che ti mette allegria quando magari sei un poʼ giù? E se dovessi consigliare un brano per fare innamorare?

“Almeno tu nellʼuniverso” è un brano che non ho quasi mai cantato, perché fatico ad arrivare alla fine. Troppa emozione. Difficilmente ascolto brani che mettono allegria, suonerà come una cosa triste, lo so, ma non fanno per me. Piuttosto ascolto brani che danno la carica, mi piace molto il genere NuMetal (se così vogliamo chiamarlo); dai Linkin Park, Deftones, Limp Bizkit, Incubus. O brani che mi fanno muovere, ballare, con sonorità Deep-House o Melodic Techno come Moderat, ZHU, Fred Not again. Ma in generale, quando voglio sentirmi bene; musica anni 70/80 e siamo al top. Un brano per fare innamorare; Jesus to a Child di George Michael o Holding Back the Years dei Simply Red.

Quando sei in auto che musica ascolti?

Tutta quella elencata prima, sicuramente. Capita spesso però che mi ascolti i brani del mio album, i vari mix che faccio per ascoltare i volumi e il lavoro fatto. Altre volte sento la necessità di “riposare” le orecchie e non ascoltare musica, allora adoro sentire podcast, in particolare le lezioni di Alessandro Barbero.

Hai già avuto occasione di fare un concerto a Brescia? Potremo sentirti prossimamente?

Ho suonato diverse volte a Brescia, anche in passato, non vedo lʼora di tornarci con la mia musica.

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