I bambini nascosti Galleria dell’Incisione

24 Febbraio – 4 aprile 2023

Al confine tra fantasia e realtà, con l’ironia sottile che lo contraddistingue, Franco Matticchio torna a stupire con un’inedita raccolta di disegni dedicati a “I bambini nascosti”. Situazioni inattese, stravaganti e persino surreali che hanno come protagonisti bimbe e bimbi che si nascondono qua e là in un gioco di rimandi e rebus che solo l’osservatore può risolvere. A trent’anni dalla sua prima, otto personali presso la Galleria dell’Incisione di Brescia, Matticchio conferma la sua visione poetica e attenta del mondo che ci circonda.

Intervista a Franco Matticchio

Franco Matticchio

“Bambini nascosti”, perché questo titolo? 

Perché di solito i bambini si nascondono, lo fanno per giocare. Ho scelto il gioco del nascondino perché credo fosse il più divertente da illustrare, era più adatto per i disegni. Poi ammetto che è nato, come molti dei miei lavori, un pò per caso; alcuni disegni, come ad esempio quello in copertina – una bimba rivolta al muro che conta mentre gli altri si nascondono – l’ho fatto nel 2017. Ci sono idee che mi vengono e poi in realtà restano lì ferme in un cassetto. Quindi qualche disegno è stato realizzato anni fa – un paio sono esposti a Parigi alla Galerie Martel – mentre gli altri sono stati fatti in poco più di un mese. Sono così, ogni tanto ho l’idea e poi rimane lì finché non ritorna e allora decido di farne una serie, una mostra, un libro.

I soggetti rappresentati sono sempre in qualche modo plasmabili, declinabili in numerosi aspetti; oggetti inanimati, animali, bambini. Perché? 

Forse perché sono in grado di suscitare maggiore curiosità in chi li osserva, credo. In questo caso ho scelto i bambini perché la Casa Editrice – Vanvere Edizioni – è per bambini, ma ammetto che sono comunque i soggetti che disegno più spesso. Scherza… forse potevo fare “Uomini nascosti” che dici? Non sarebbe stato altrettanto interessante! Invece ho una mezza idea di dedicarmi ad un nuovo progetto interamente dedicato alle bambine che, seppur presenti in questa mostra, meriterebbero uno spazio tutto loro. Bambine nascoste?

Situazioni inattese, stranianti e persino surreali. Quanto è importante l’aspetto “stupore” nei tuoi disegni?

In effetti cerco sempre di creare una sorta di effetto sorpresa per l’osservatore che entra in relazione con le mie immagini. Ritengo che l’ironia che spesso si cela dietro alle situazioni della vita reale sia un aspetto fondamentale da portare all’attenzione per suscitare emozioni. In alcuni casi ci riesco bene, in altri decisamente meno.

Mi mostra alcuni disegni della nuova raccolta – Questo è Adriano (un pinguino con la racchetta) e ovviamente si tratta di Panatta, il tennista. Alcuni, la maggior parte, hanno agganci nel titolo. Il più divertente per me è quest’uomo che cammina per strada, si chiama Aldo e sul muro c’è un 9… Aldo Nove, lo scrittore! Oppure Alvaro, un bambino su una sedia con riferimento alla seduta del designer Alvar Aalto. E poi molti altri, anche se, in alcuni casi, i nomi sono stati scelti un pò a casaccio.

Molto spesso il gioco di rimandi nasce tra l’immagine e il suo titolo…

Assolutamente! Nella maggior parte dei casi mi diverto proprio a incuriosire chi guarda e cerca di risolvere il dilemma. È il caso di “Joe” che sarebbe Joe DiMaggio il famoso giocatore di baseball; “Ferruccio” perché rappresento una ferramenta; “Poldino” Spaccaferro che era un personaggio dei fumetti dei miei tempi e così via. Ho inserito anche alcuni vecchi nomi che appartenevano alle mie zie, tutte morte da anni per la verità…

Mondi a confronto. Bambini e adulti vivono in due mondi diversi o vedono il mondo con occhi diversi? 

In realtà ognuno di noi ha un’idea del mondo differente e i bambini, proprio come noi adulti, lo guardano dal loro punto di vista che inevitabilmente riflette un’immagine diversa, credo. 

“Il bambino nascosto

non sta mai al suo posto

libero e scomposto

fa sempre l’opposto

di ciò che gli viene imposto”.

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