L’intervista a Maria Bussolati

“Brescia capitale del motorismo storico, è un traguardo da raggiungere”

Chi è Maria Bussolati?

Sono una donna che nutre delle profonde ambizioni per la sua città e che desidera fare qualcosa di importante, offrire un contributo significativo che possa restituire al prossimo le stesse fortune che io stessa ho ricevuto. 

Com’è nata e come hai coltivato questa grande passione 

per i motori?

Senza dubbio grazie a 1000 Miglia Charity ho avuto la possibilità di congiungermi profondamente al mondo dei motori, occasione poi avvalorata dalla mia nomina di Consigliere Delegato del Museo Mille Miglia e dalla partecipazione in A.A.V.S. l’Associazione Amatori Veicoli Storici  che si occupa principalmente di cultura di motorismo storico. 

Queste opportunità, estremamente significative nella mia vita mi hanno permesso di approfondire cò che realmente amo e realizzare ciò per cui aspiravo ovvero l’appartenenza a membro 

della commissione internazionale per la cultura del motorismo storico. 

Cosa ti lega a questa “materia”?

Oltre che la passione per il motore di per sé sono sempre stata molto affascinata dal mood delle gare storiche.

Respirare quell’aspetto culturale ha sempre fatto parte delle mie corde. Quello che per i primi anni del ‘900 rappresentò la figura del dandy italiano e la storia del costume che si accordava perfettamente con il motorismo storico sono da sempre state degli echi culturali molto ammalianti e il poter rappresentare oggi, quel che è stata Brescia e l’Italia in quel periodo, in una commissione internazionale è per me un’immensa soddisfazione. 

Il dandy italiano, un brand molto simile alla “Dolce Vita”, è rappresentato dai quattro moschettieri della 1000 Miglia che raffiguravano l’ideale del buon signore che bevendo il vino della Franciacorta si dilettava con le automobili. Automobili che per il Futurismo, la corrente dell’epoca rappresentarono l’emblema della velocità e della crescita industriale. Brescia in quel periodo uscendo da un’epoca zanardelliana, essendo una delle città promotrici dello sviluppo industriale, fu un polo importantissimo e la 1000 miglia è appunto la rappresentazione fisica di questo trionfo.

C’è un evento o una manifestazione in particolare a cui sei fortemente legata? 

Senza dubbio la 1000 Miglia. Vi ho partecipato diverse volte e l’ho sempre condivisa con un fine “charity”. Una vision estremamente fondamentale per me in quanto la ritengo il patrimonio di tutti i bresciani e poterla condividere con loro credo possa ritenersi un segno molto importante.

Cosa significa per te essere diventata membro della Commissione Cultura Internazionale di Fiva una delle più influenti commissioni al mondo che annovera oltre 1,5 milioni di appassionati di veicoli storici?

É una grande soddisfazione perchè a FIVA è legato Unesco e un discorso culturale d’ampio respiro. Sono peraltro l’unica italiana a far parte di questa prestigiosissima commissione che approfondisce quell’aspetto culturale che ho da sempre profondamente amato e condiviso. Adoro il mondo dell’heritage car, non amo tuttavia la velocità ma seguo tutto quello che concerne il costume. 

Quali saranno i tuoi obiettivi e il tuo impegno in FIVA? 

In questo preciso istante mi è proprio stato affidato il compito di studiare le linee guida per far diventare affiliati i musei Fiva in tutto il mondo. 

La commissione si ritrova nella sua sede di Parigi almeno sei, sette volte all’anno, quest’anno naturalmente non sarà possibile ma fortunatamente il web potrà rimediare al disagio e riusciremo a condividere tutti quei discorsi culturali che coinvolgeranno l’automobilismo mondiale. 

Questo incarico, mi permetterà di portare avanti con forza e determinazione, ambiti che per me rappresentano le basi indissolubili del motorismo storico come il voler trasmettere ai giovani la passione per le auto storiche, uno dei tanti fattori basilari per la formazione dei nuovi futuri attori di questo mondo. 

L’idea che un giovane bresciano, ad esempio, che si tratti di un carrozziere, come di un battilastra come di un perito di auto storiche possa maggiormente avvicinarsi a questa profonda cultura,   

un mondo in cui Brescia rappresenta l’eccellenza, la trovo una cosa molto importante. Il traguardo più grande è comunque quello di vedere, un giorno non lontano, Brescia capitale del motorismo storico, in fondo possiede tutte le carte per poterlo diventare ma è necessario lavorare ancora.

Il tuo impegno non solo motoristico ha saputo brillare anche nel sociale grazie ai tuoi innumerevoli sforzi tutti dedicati a 1000 Miglia Charity, come avete affrontato l’emergenza covid ?

Rapportandomi alla parabola dei talenti, credo che Brescia possegga realmente moltissimi assi nella manica. 

Questo ad esempio, la 1000 Miglia, è un talento che deve esser assolutamente condiviso con tutta la città, in modo che tutti i bresciani possano godere dei suoi benefici e così per tutto l’aspetto sociale, un valore fondamentale. Negli anni precedenti mi sono sempre occupata delle charity facendo in modo che arrivasse un contributo significativo alla città dalla mia partecipazione a 1000 Miglia e che comunque i bresciani sentissero un piccolo pezzo di loro correre quella gara. Proprio per questo ho sempre potuto contare sull’appoggio di tutte le istituzioni, non ero io che correvo quella gara ma la città stessa perchè ne avrebbe ricavavato un beneficio.

Sappiamo che durante l’emergenza avete occupato un ruolo determinante offrendo un contributo importante, ce ne parla?

É stata molto importante l’esposizione organizzata al Museo Mille Miglia che ha portato in scena le 20 opere realizzate dai pazienti e dagli operatori dell’istituto Fatebenefratelli, la “Freccia” ha saputo fargli onore mettendo in mostra tutto ciò che avevano fatto.

I tuoi obiettivi per il 2021?

Sarà un anno molto, molto intenso. 

Oltre alla nuova avventura in FIVA ho accettato la Presidenza di un’iniziatva milanese molto importante, Progetto Itaca Onlus una Fondazione che promuove programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie.

Il 2021 mi vedrà poi naturalmente impegnata sul fronte della cultura dell’heritage a livello internazionale. 

 

da BRE MAGAZINE, gennaio 2021

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