L’intervista a Matilde Ferrari alla 1000 Miglia

Intervista a Matilde Ferrari

Una lunga tradizione di famiglia, sei anche tu un’appassionata di auto?

Vivo da sempre a contatto con questo mondo e non potevo certo restare insensibile al suo fascino. Forse anche per curiosità mi sono avvicinata ad una passione di famiglia e ne sono stata da subito colpita. Le auto riescono a darti emozioni che difficilmente riesci a spiegare, già dal suono del motore, quando le accendi e senti l’adrenalina salire. Per quanto riguarda la 1000 Miglia… un sogno!

Auto d’epoca, un amore più al maschile o per tutti?

Indubbiamente un amore “genderless”: non si può rimanere impassibile difronte a gioielli di questo tipo e ammetto di essere orgogliosa di aver trascorso ben quattro giorni a bordo di un’auto che ha fatto la storia. Abbiamo dovuto convivere con il caldo torrido di giugno e il motore bollente dell’auto e non è stato semplice, anzi, decisamente faticoso e duro, ma vista la straordinarietà della gara ne è valsa la pena!

Vi siete preparati prima di affrontare la sfida?

A dir la verità sono tornata dall’Inghilterra giusto il giorno prima della partenza, dato che studio a Oxford, quindi il tutto si è svolto abbastanza in fretta. 

Nonostante questo io e mio padre ci siamo posizionati ventiquattresimi: un risultato a dir poco sorprendente! Il compito del co-pilota è molto diverso da quello del pilota e azzarderei più semplice; mi sono divertita molto nel mio ruolo, ma non si sa mai che la prossima volta toccherà a me sedermi alla guida.

Con che auto avete gareggiato e quali le insidie per questa 1000 Miglia in versione estiva?

Abbiamo gareggiato con una Bugatti T35 del 1925 con il numero 18… curioso e di buon auspicio visto che ho compiuto i miei diciott’anni proprio un mese fa! Sicuramente gareggiare a bordo di un’auto anteguerra rende la competizione ancora più emozionante, al di là delle fatiche dal punto di vista fisico per il caldo, ma anche per la gestione degli spazi minimi in una gara di ben quattro giorni.

Com’è stato partecipare con tuo padre? 

É stata sicuramente un’esperienza indimenticabile. Inizialmente ero un po’ preoccupata di trascorrere tutte quelle ore insieme, a stretto contatto; un timore che è scomparso un attimo dopo la partenza. Il percorso è stato duro ma piacevole, nonostante la tensione e tutte le complicanze correlate, devo ringraziare mio padre per l’esperienza vissuta davvero unica e indimenticabile.

È partita la sfida di famiglia con tuo fratello Andrea?

Inizialmente le nostre aspettative in termini di risultati erano abbastanza insignificanti eppure, dopo aver realizzato che in effetti potevamo avere del potenziale, abbiamo iniziato a porci degli obiettivi. Primo tra tutti riuscire a concludere almeno 27esimi, per migliorare la posizione dell’anno precedente di Pietro, l’altro mio fratello maggiore, e mio padre. Avvicinarci invece alla posizione di Andrea sembrava abbastanza impensabile e invece, con grande sorpresa, visto il risultato raggiunto, il prossimo anno l’equipaggio Mauro-Matilde sarà pronto per sfidare tutti!

Quali sono state le emozioni più forti di questa gara?

Le emozioni di questa mia prima 1000 Miglia sono state davvero tante. La partenza è un momento indimenticabile: l’adrenalina in circolo, il desiderio di salire sull’auto e la frenesia di fare le prime prove. Per non parlare del clima caloroso che si respirava in ogni centro storico, che ti accoglieva con le sue meraviglie, tra applausi e sorrisi. La bellezza dei paesaggi che abbiamo attraversato; cittadine come Urbino, Gubbio o Rieti; la campagna in Toscana o la passeggiata in macchina all’interno del Sigurtà. La più grande sorpresa resta però la mia implacabile voglia ogni mattina di iniziare la giornata e salire sull’auto, pronta a ripartire…persino nell’ultima tappa, in cui ero davvero distrutta.

C’è competizione? Hai qualche episodio divertente da raccontare?

Sinceramente non ho notato un eccessivo clima di sfida tra i partecipanti, direi piuttosto un’atmosfera calma e rilassata. Il primo giorno non mi ha entusiasmato particolarmente paragonato agli altri, infatti le prove migliori sono state tra giovedì e venerdì. Penso che la sensazione più bella è stata quando, durante le prove, appena dopo aver sdoppiato, e dopo aver ignorato mio padre che mi diceva di non guardare i tempi e rimanere concentrata, buttando l’occhio sul cronometro ho visto un numero compreso tra 1 e 5… per non parlare degli “0”,  una botta di adrenalina per tutta la giornata! 

Giovani e 1000 Miglia. La rifaresti? Coinvolgeresti gli amici? 

É stata un’esperienza unica e non soltanto perché è stata la mia prima 1000 Miglia. Immagino che la ripeterò e lo farò con altrettanta passione, pronta a risentire gli stessi brividi e le stesse emozioni ancora una volta. Un’opportunità per tutti che consiglio sicuramente ai ragazzi giovani che ne avranno la possibilità e il privilegio. 

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