LUISA SENINI

Grinta, determinazione e ambizione. Luisa Senini è un vero caterpillar con tacco 12, passatemi la similitudine. Una donna tenace, carismatica, affascinante ma al tempo stesso rigorosa, perseverante e quasi indomabile. 

Presidente del Consorzio Marmisti Bresciani, imprenditrice, donna di successo, ma anche moglie, FIGLIA e soprattutto mamma.

Dosare gli amori della sua vita non è stato facile, ma la sua verve vincente l’ha da sempre condotta a saper razionare charme e autorità al momento giusto guadagnando quel ruolo e quella completezza che molte donne nella vita sognano e che lei ha conquistato con fermezza.  

Parlando di “casa”, quale luogo geografico ti viene in mente?

Sicuramente il salotto della mia casa a Desenzano, proprio nel cuore storico di un territorio che ormai sento mio. Il luogo dove vivo insieme a mio marito e ai miei due figli. 

Quello è il posto che amo e che completa ogni attimo del mio privato infondendomi un profondo benessere.

Adoro ospitare, ricevere parenti e amici per un aperitivo, per una partita a burraco, per un caffè dopo aver passeggiato per il centro. Un tempo avrei potuto dirti la cucina, un ambiente che vivevo con passione ed entusiasmo ma la mia vita è cambiata e i numerosi impegni mi conducono ad assaporare diversamente quel poco tempo libero che mi rimane. Insomma viva il Bimby e viva la pentola a pressione che oggi mi dà una mano. 

Dedico molta cura a me stessa, pratico pilates e cerco di non perdere mai di vista la donna che sono trovando infiniti compromessi per poter incastrare il mio stile di vita nel tempo libero che mi rimane.

Anche qui in azienda ho costruito una sorta di “casa” ricavando un appartamentino nel piano superiore, un escamotage, oggi utilissimo anche per la gestione dei miei ragazzi. Mia figlia, ad esempio, che frequenta la prima liceo scientifico internazionale è proprio qui sopra che studia. Mi piace saperla vicina a me. 

Tra i tuoi genitori qual è stata la figura di riferimento? O che ti ha condizionato maggiormente?

É una domanda difficile (e sorride). Lavorativamente parlando mio padre è stato un mentore e vulcano di idee, un uomo che durante tutte le sue imprese e sono state veramente tante ha dimostrato un’immensa capacità e generosità. Ha sostenuto progetti, anche recentemente, superando ogni aspettativa. Pensa che già qualche anno fa decise di suddividere le sue società tra noi figli, mia sorella Anna e mio fratello Matteo riuscendo così a ripartire il suo patrimonio anche in base alle attitudini e aspirazioni di noi fratelli. Fu così che la Senini Stone divenne il mio terzo figlio.

É stato senza dubbio un padre ispirante e stimolante anche da ragazza ho sempre temuto il suo giudizio. Mia madre è una mamma con la M maiuscola. La classica moglie perfetta, completamente concentrata sulla famiglia a prescindere. A vent’anni la reputavo una bravissima mamma ma priva di spirito decisionale, la figura più debole. Diventando poi io stessa moglie e madre trasformai questo ormai sottinteso ruolo come un valore immenso rivalutando moltissimo la sua attitudine e  credendo fortemente che il successo di mio padre fosse veramente aggrappato alla sua profonda stabilità. Un grande uomo ha di fianco a sè una grande donna. E così è stato.

Pazienza, amore, lavoro. Se la nostra è diventata una famiglia bella e unita il merito è stato assolutamente suo e oggi segue otto nipoti instancabilmente.

E la tua carriera professionale come si è sviluppata?

Questa azienda è come un figlio. É nata con me proprio quando mi stavo laureando. Oggi rappresenta la mia vita, la mia forza, rappresenta Luisa rispecchiando perfettamente la mia verve. Organizzazione, attenzione e cura maniacale per i dettagli. Valori che mi arricchiscono come persona.

Ho frequentato il liceo scientifico a Castiglione e ho proseguito il mio percorso a Brescia laurendomi in economia e commercio. Questa azienda è una grande famiglia, conosco le persone, le famiglie di tutti e sono portata a farmi carico anche degli errori degli altri, il problem solving è sempre stato nelle mie corde. Sono cresciuta nel cantiere dell’azienda del cemento, fondata da mio padre e mio zio. Papà mi ha sempre coinvolta in tutto già da ragazzina, insegnandomi a fare gruppo e a rispettare le persone. Non sono cresciuta con un’impronta “classista” ma assolutamente rispettosa e corretta. Mio padre dopo essersi diviso dal fratello decise di dare vita insieme a me alla Senini Stone trasformando il suo core business precedente e un notevole bagaglio di esperienze in un’avventura del tutto nuova e diversa: il marmo.

Io, a quei tempi, fresca di laurea, decisi di seguirlo in quella nuova esperienza che poi divenne la mia vita.

Era il 1996. L’impresa si dimostrò da subito ardua e complicata ma grazie ad alcuni stratagemmi riuscimmo a impossessarci di quel know how necessario per sopravvivere in questo settore. Lavoravo in produzione, ascoltavo con grande attenzione, cercavo di capire come funzionavano quelle macchine, imparavo a conoscere scrupolosamente i materiali investendo tutto il mio tempo. 

Mio padre nel frattempo acquistò Cascina Zabel, a Brescia Due, una ristrutturazione residenziale che divenne per noi una sorta di show room. La riqualificò totalmente utilizzando per pavimenti e rivestimenti i nostri materiali. É dal quel momento che iniziammo a proporre il nostro prodotto creando una vera rete vendita.

L’azienda, che partiva da zero, assistette ad una profonda ascesa. In quel periodo seguivo i venditori in Italia e all’estero, una circostanza che mi vincolò, dal lunedì al venerdì a vivere anche fuori casa. In quel frangente conobbi ad una fiera in Germania, Lorenzo Bocchese, mio marito che opera in questo stesso settore.

Mi rivolsi poi al Consorzio Marmisti Bresciani per riuscire a risolvere delle incertezze che ancora premevano sulla mia esperienza ritrovando un aiuto esemplare. Facciamo parte del Consorzio da oltre vent’anni, riconoscendone un sostegno che si è rivelato fondamentale per moltissime tappe della nostra storia aziendale. Anche la Dottoressa Silvia Botti, la direttrice del Consorzio, anima dello stesso, ha da sempre rappresentato uno straordinario aiuto. 

La mia famiglia ha partecipato attivamente alla vita istituzionale del Consorzio. Dapprima con mio fratello Matteo e poi con me nominata prima Consigliere, dieci anni fa, poi Vicepresidente e infine Presidente carica che ricopro dal 2019.

Essere Vicepresidente e poi Presidente di un Consorzio come questo significa togliere tempo all’azienda e credimi non è un’opera di “altruismo” alla portata di tutti. Lavorare però all’interno del Consorzio mi ha particolarmente arricchita come professionista del settore trasmettendomi quel know how che poi ho “restituito” alla mia azienda. 

La diversificazione e il modus operandi del Consorzio Marmisti Bresciani ha anche permesso a tutti noi consorziati di affrontare la crisi che nel tempo ha assalito il nostro settore. Per una persona come me, priva di interessi e spoglia di lobby presiedere il Consorzio ha significato operare con libertà e assoluta imparzialità. Un perfetto lavoro di squadra con i vari CdA e la nostra direttrice dotata di un bagaglio di esperienza pesantissimo e di una visione lungimirante nel settore.

Nel corso di questi ultimi anni più di una volta ho pensato di lasciare quella carica travolta dalla preoccupazione per non dedicare abbastanza tempo alla mia azienda e alla mia famiglia, ma sai noi donne abbiamo le spalle larghe e per questo decisi di accettare nuovamente questa grande responsabilità perdurando nel mio ruolo di Presidente. 

L’obiettivo è quello di portare a compimento l’unione dei Consorzi, un accordo partito oggi come unione di intenti da parte dei tre Consorzi impegnati in obiettivi comuni per la promozione del nostro materiale e per la formazione di nuovi professionisti stringendo accordi con la Scuola Vantini e il CFP Zanardelli.

Non per ultimo per la possibilità di sedersi ai tavoli pubblici mediante un unico interlocutore. Ci saranno poi ancora altri passi ma ci vorrà del tempo. 

Questo è già un grandissimo traguardo.

Come ti “ricompensi” per un traguardo raggiunto?

Mi faccio un regalo. 

Nella tua vita professionale gli uomini sono stati: un modello, un sostegno o un ostacolo?

Un modello. Io sono la sorella maggiore e sin da piccola mi è stato sempre rinfacciato di non essere nata uomo. Nella vita, pur dovendo sostenere l’ingombrante responsabilità di un padre attivissimo, ho dovuto seguirlo e sostenere moltissime incombenze molto spesso attraverso scelte “da uomo” e non da donna. Oltre a lavorare alla Senini Stone durante il giorno, nei primi anni di attività mi facevo anche capo delle responsabilità di un’altra azienda di famiglia, il Millennium di Montichiari, che mi teneva impegnata anche durante le ore serali. Una delle tante imprese memorabili immobiliari di mio padre. 

La mia vita è stata sempre quindi densa di responsabilità e lavoro. 

Hai mai vissuto la sensazione di vivere una discriminazione per il fatto di essere donna, in qualche circostanza?

Certo. Alla grande. Da donna ho dovuto dimostrare molto di più degli uomini per essere considerata all’altezza. 

Hai invece avuto la sensazione di possedere una carta in più proprio perché sei una donna?

Assolutamente sì. L’umanità e le relazioni una donna le sa coltivare meglio di un uomo ma per attitudine, ho sempre amato lavorare con gli uomini. La carta positiva dell’essere donna, sempre mantenedo il massimo rigore, può avvantaggiarci ma è necessario stare sempre attente per eludere certe interpretazioni. Il comportarsi bene all’inizio non paga ma a distanza di tempo tutto torna.

Però se proprio potessi esprimere un sogno per la tua carriera?

Migliorare e raggiungere dei traguardi che non ho ancora raggiunto con la Senini Stone. La sento come un figlio e vorrei il meglio per lei. 

E per la tua famiglia?

Con la nascita di Allegra e Andrea il mio sogno è stato esaudito e considero la maternità il coronamento di tutte le mie ambizioni. 

La mia vita professionale ha ostacolato pesantemente la sfera privata e la maternità è stata sofferta. 

Se nell’ambito lavorativo ho scelto di fare due passi indietro, imponendomi dei rigidi stop l’ho fatto per fare un passo avanti con la mia famiglia. L’obiettivo è quello di manetenere un equilibrio tra la vita professionale e quella privata, per migliorare in azienda senza portar via quel tempo di qualità indispensabile per la famiglia. 

Collaborare con mio marito, che opera nel mio stesso settore sarà il mio prossimo obiettivo. Il grande sogno è quello di averlo accanto a me anche alla Senini Stone.

L’unione fa la forza. 

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