
Al via la venticinquesima edizione della Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea che apre in Italia come prima manifestazione in presenza in assoluto. Non a caso l’invito è “smantellare il silenzio” come citava il poeta serbo Charles Simic nella sua omonima raccolta di versi, una vera e propria dichiarazione d’intenti voluta dal neo-direttore della Fiera Nicola Ricciardi.
Negli spazi di Fieramilanocity 142 le gallerie partecipanti provenienti da venti Paesi e moltissimi artisti esposti nelle tradizionali cinque sezioni: Established Contemporary, Established Masters, Emergent, Decades e Generations.
Miart 2021 si presenta come una sorta di multi-mostra con una sezione principale, scandita per decadi, dedicata alla storia del Novecento in cui trovare artisti contemporanei affermati, ben noti ad espositori e collezionisti, come Michelangelo Pistoletto, Titina Maselli, Alberto Biasi, Mario Sironi, Arturo Martini, Gabriele Basilico, Lara Favaretto e molti altri.
«Abbiamo lavorato tutto quest’anno per ricostruire la fiducia delle gallerie, dei collezionisti, di un sistema che è rimasto fermo e in silenzio per un anno e mezzo», racconta Ricciardi «il risultato è una mostra dove risulta molto piacevole camminare. Sicuramente l’eleganza è data anche dal fatto che questo padiglione sia estremamente più bello; l’idea è quella di proporre un concetto, un progetto che almeno faccia ricordare il pensiero sottostante e dietro a una galleria».
Grande entusiasmo da parte del pubblico già nella giornata della preview, riservata agli addetti del settore, che premia non soltanto un’attenta organizzazione, ma l’arte in senso generale, gli artisti e naturalmente i galleristi che hanno scommesso sull’evento e sulla città di Milano. “I padiglioni sono gremiti di un pubblico anche internazionale. La cosa bella è che si sente parlare russo, americano, diverse lingue europee” ha spiegato l’Amministratore Delegato di Fiera Milano, Luca Palermo.
Uno dei punti di forza di questa edizione, secondo il suo curatore, è senza dubbi la sezione Emergent dedicata alla promozione delle generazioni più recenti di artisti “che è riuscita a portare in Italia delle gallerie giovani che vengono da tutto il mondo: da Lima, Atene, Mosca, Città del Messico e dati i tempi vuol dire che c’è stata fiducia da parte loro, ma anche il coraggio di venire a confrontarsi con un pubblico come quello italiano e costruire nuovi ponti per il futuro”.
Un bilancio positivo per Miart 2021 che chiude con numeri di successo sia in termini di affluenza di pubblico che nelle vendite, a testimonianza di una fiducia ritrovata nel mercato dell’arte.
Scrive Paola Rivetta
