É il dream team bresciano per eccellenza, Emanuel Piona e Domenico Battagliola dopo la vittoria invernale tornano a brillare sulle strade più affascinanti d’Italia partecipando a quel sogno, la 1000 Miglia, che li rivedrà per un nuovo anno protagonisti con il desiderio nel cuore di conquistare almeno una volta nella vita, l’ambito podio. Storia di passione, dedizione e tanta tantissima amicizia.

Piona: Diciamo che il mondo dei motori mi ha sempre attratto sin da bambino. Ricordo ancora le prime 1000 Miglia della mia vita quando a soli 4 anni papà mi portava sul lungolago di Desenzano ad ammirare questi splendidi capolavori a quattro ruote. La mia gioia nell’osservare quei piloti provenienti da tutto il mondo a bordo di auto così particolari e uniche fu davvero incontenibile. Il passaggio sul Garda divenne poi, anno dopo anno, una tradizione di famiglia, un appuntamento fisso.
• Come ti sei avvicinato al mondo delle auto storiche e del motorsport?
Battagliola: Ovviamente i motori per me sono sempre stati una passione importante, una costante in bilico tra tecnologia e brivido della velocità. Nel caso della regolarità è accaduto tutto un po’ singolarmente. Un amico che si era iscritto alla 1000 Miglia e che nel mentre aveva perso il navigatore mi chiese di sostituirlo, salvo poi scoprire il giorno della partenza che era la prima gara anche per lui. Nel corso della gara mi accorsi di essere particolarmente stimolato, dai problemi tecnici che potevano presentarsi alle prove di abilità, fu così che iniziò a crescere dentro di me questa grande passione. Da quell’esperienza, aneddoto curioso, il mio amico e compagno di guida, forse per la mia guida spericolata, dicono le malelingue, non partecipò più ad una gara di regolarità.
Che tipo di mondo è il mondo delle auto d’epoca?
Piona: C’è tanta passione. In molti si sono particolarmente appassionati alla sfera della regolarità e alle sue gare, tanti altri invece sono più attratti dalle carrozzerie, dai motori e da tutto quello che un’auto come queste può raccontare. Perché ogni auto porta in dote un pezzo di storia con sé.
Battagliola: È un mondo sospeso tra collezionisti, “lucidatori di auto”, come li chiamo io, e piloti. I primi come i secondi posseggono una o più auto a cui tengono moltissimo, ma mentre i primi amano guardare le auto in statica ben parcheggiate i secondi amano condurle su e giù per le montagne attraversando i paesaggi più belli del nostro paese durante le gare di regolarità.
Sappiamo che la tua vita così come il tuo nome, connesso a moltissime vittorie, non è solo legata al mondo delle auto storiche. Di cosa ti occupi nella vita quotidiana al di fuori dalle competizioni che ti hanno visto protagonista?
Piona: Mi occupo di crisi aziendali e lavoro in Regione Lombardia, diciamo che le auto storiche nel weekend mi aiutano a dimenticare le tante brutte notizie di esuberi, scioperi e casse integrazioni.
Battagliola: Amo definirmi semplicemente un agricoltore europeo, io sono quello che coltiva monda e prepara quelle buonissime insalatone, zuppe, pokè, frullati ecc. e che ogni giorno ha il piacere di raggiungere più di due milioni di consumatori sparsi in tutta Europa.
Cosa significa partecipare ad una Winter Race così come ad una 1000Miglia o ad altre gare d’epoca?
Piona: Partecipare agli eventi di auto storiche è come fare un viaggio, ma con più gusto e sapore. Attraversi borghi incantati, paesini che normalmente non vedresti molto spesso sconosciuti e persino inaspettati e lo fai a bordo di un’auto d’epoca. Questa particolare condizione è in grado di trasmetterti non solo un bagaglio di storia non indifferente ma anche il valore del rispetto nei confronti di quelle cose “fatte come si facevano una volta”.
Partecipare alla 1000 Miglia invece è semplicemente pazzesco. Sono emozioni uniche difficilmente comprensibili o immaginabili da chi non l’ha mai vissuta.
Ci vorrebbe un libro per descrivere tutte le sensazioni che si provano durante quella gara. Visiti il paese più bello del mondo, vedi persone di tutte le età felici che festeggiano e condividono insieme a te una passione. In quattro giorni affronti, paesi, campagne, montagne, mari e capoluoghi. Vieni accolto da un fiume di persone che ti raccontano la loro vita e che condividono con i figli e gli amici il passaggio storico di un’epoca che ha segnato il tempo.
Ecco perché la 1000 Miglia è eterna.
Battagliola: Partecipare alle gare d’epoca per me è un po’ come entrare a far parte di un mondo perduto fatto di miti e grandi campioni del passato.
Nella 1000 Miglia questa sensazione è ancora più forte per il grande coinvolgimento del pubblico lungo tutto il percorso.
Sfilare lungo i centri storici o correre sui tratti più arditi dei vecchi percorsi e vecchi circuiti fa uscire il Tazio Nuvolari che c’è in tutti noi.
Auto storiche, una passione snob o una passione pop? Pensi che ci sia abbastanza coinvolgimento da parte delle nuove generazioni?
Piona: Ammetto che alcuni, soprattutto qualche anno fa, compravano un’auto storica per “farsi vedere”, ma sono pochi.
La stragrande maggioranza è molto legata alla propria auto ed è così che molti padri stanno tramandando questa passione ai figli. Ultimamente nelle gare si vedono tanti giovani anche se alcuni eventi rimangono ancora poco sostenibili economicamente per le tasche di un ragazzo. Proprio per questo motivo molti organizzatori di eventi storici stanno rimodulando le iscrizioni erogando quote d’iscrizione agevolate per i giovani partecipanti.
Battagliola: Ne sono convinto, ormai è ufficiale che nelle gare d’epoca stiamo vivendo una primavera di giovani che accrescono le file degli appassionati. Non so se questo succederà anche nelle file dei “lucida auto”.
Cosa significa guidare e possedere un’auto storica?
Piona: Il rapporto è molto simile a quello che potresti avere con tua moglie: andresti ovunque con lei, la ami tantissimo ma ogni tanto ti fa tribulare.
Guidarla è complicato ma a noi uomini un pochino piace tribulare no?
Battute a parte, è come possedere un pezzetto di storia e tutte le volte che la accendi ripensi alle sue origini più autentiche, a come venne pensata, progettata e costruita.
L’auto è anche la perfetta interprete di un’epoca, ti fa fare un salto nel passato e ti guida ai giorni d’oggi.
Sono tante emozioni in pochi istanti.
Battagliola: Per me credo sia un po’ come possedere e cavalcare un cavallo selvaggio, oggi siamo abituati agli aiutini, cioè tutti quegli ausili che nel tempo sono stati aggiunti alle automobili per renderle più comode e sicure e che nel tempo hanno tolto il sapore selvaggio che avevano agli albori.
Parteciperai alla prossima 1000Miglia?
Piona: Assolutamente si, non mancherei per niente al mondo! Ci siamo iscritti a Natale quindi, ammissione permettendo, dovremmo partire con una OM del 1925. Fra poco compirà 100 anni!
Battagliola: Si ovvio è come la festa del patrono, tutti gli anni arriva. Scherzi a parte non sono ancora pronto a rinunciare alla competizione più bella del mondo.
Quali sono state le competizioni più importanti?
Piona: La 1000miglia resta l’evento più importante al mondo, anche se molti bresciani ancora oggi non hanno ben capito che cosa muova questo evento. Prima o poi vorrei fare un Rally Montecarlo Historique, un Tour Auto oppure partecipare alle famose gare argentine. In questo momento penso molto all’estero perché visitare un paese straniero a bordo di un’auto d’epoca rappresenta un’esperienza che mi avvince moltissimo.
Battagliola: Le rievocazioni delle gare montane di salita sono indubbiamente le più impegnative, basti pensare alle dodici ore di conduzione della Winter Marathon che in un pomeriggio/notte ti conduce su una quindicina di passi dolomitici. Mentre per importanza dopo la 1000 Miglia sul podio arriva il Gran Premio Nuvolari ed in successione Terre di Canossa. Mentre per le mostre statiche, ritengo imperdibili, senza dubbio, il concorso di eleganza di Villa d’Este, un evento di portata internazionale insieme al Pebble Beach.
Pregi e Difetti del tuo compagno d’equipaggio Domenico Battagliola? (e viceversa)
Piona: Siamo una coppia ormai affiatata, ci completiamo nelle mansioni di gara e siamo assolutamente intercambiabili anche alla guida. Molti piloti bravi stanno ultimamente prendendo le competizioni troppo sul serio diventando quasi cupi, noi non abbiamo mai smesso di sorridere neanche difronte a grossi errori. Per noi è davvero un sport di divertimento e tale deve restare. Forse andiamo d’accordo proprio per questa verve.
Battagliola: Pregio principale senza dubbio la simpatia, difetto principale la scarsa voglia in allenamento, condizione che coinvolge purtroppo anche me.
A bordo andiamo veramente d’accordo, con uno sguardo passiamo dal rilassamento dei trasferimenti ad un alto livello di concentrazione durante le prove. La capacità di battere il tempo e mettermi in ogni momento nella tensione corretta è senza dubbio la miglior dote del mio copilota.
Qual è il viaggio che non dimenticherai mai?
Piona: Nella mia testa ci sono tanti momenti “magici” che ricordo. Durante le gare ti accadono talmente tante cose che vorresti scrivere un libro. Un episodio su tutti è forse questo: un anno, durante la 1000 Miglia, la panchetta della Bugatti su cui di solito si sta seduti si era sfondata a tal punto che non riuscivamo più a guidare e quindi continuare la gara. Eravamo arrivati quasi alla fine dell’utima tappa in un totale stato di disperazione.
In quel momento, mentre eravamo fermi con l’auto proprio difronte ad un’abitazione ci corse incontro una signora anziana speranzosa nel poterci dare una mano. Dopo pochi minuti si presentò con l’infisso in ottone della porta di casa! Ci disse: “così lo potete saldare!”
Il nostro meccanico riuscì a farsi prestare una saldatrice e con una pausa di 40 minuti riuscimmo a ripartire saldando la panchetta al telaio. Sembra proprio una barzelletta ma fu tutto vero, con tanto di pubblico che faceva il tifo alla nostra ripartenza. La solidarietà delle persone che vedi nel nostro paese è unica.
Battagliola: Molti sono i luoghi indimenticabili che grazie alla possibilità di viaggiare mi hanno meravigliato, ma se ci limitiamo all’aspetto sportivo senza dubbio la mia prima partecipazione alla 1000 Millas argentina.
Il percorso si snoda tra sette laghi andini percorrendo tratti della ruta 40 e salite a passi tra Argentina e Cile, paesaggi in grado di offrirti viste incredibili delle cime andine.
Con un budget illimitato, ma veramente illimitato, domattina che auto parcheggeresti nel garage di casa tua?
Piona: Da vero appassionato sarebbe impossibile averne una sola. Se avessi un budget illimitato so per certo che non prenderei l’auto più cara al mondo ma forse due o tre totalmente diverse tra loro con una storia da raccontare. Non sono un fanatico delle cose esclusive ma adoro quello che un’auto riesce a trasmette al primo sguardo.
Da italiano comunque non avrei dubbi e sceglierei tra questi tre marchi storici: Maserati, Ferrari, Alfa Romeo.
Battagliola: Difficilissima domanda, come tutti gli appassionati è per me complicato dover sceglierne solo una, ma se devo pensare ad un auto da sogno senza dubbio sceglierei la Ferrari 250 Testa Rossa.
Il prossimo obiettivo?
Piona: Ho un sogno, quello di arrivare nei primi 6 della 1000 Miglia, ma ogni anno che passa è sempre più dura….
Battagliola: Il prossimo obiettivo senza dubbio è un altro sogno e per questo non smetterò di tentare: vincere una 1000 Miglia.
