Simone Manganoni è Manga Jewels

Simone Manganoni è Manga Jewels nelle sue vene scorre oro, saggezza e maturità artistica. Eclettico, visionario e globe-trotter. Simone Manganoni, figlio d’arte, orafo e appassionato per natura presenta per la prima volta la sua nuova collezione di fashion jewels, una svolta, una capsule di anelli come segno riconoscibile della sua rivoluzione artistica, intellettuale e professionale Manga jewels. 

Simone Manganoni in uno scatto di Paolo Chiodini

Simone Manganoni, il tuo è un cognome molto noto, autentico testimone di pregio e di maestria nel comparto orafo, com’è iniziata la tua storia?

La mia è una storia di famiglia. 

Mio padre iniziò la professione di artigiano orafo a Cremona per poi trasferirsi a Brescia a metà anni ‘50 e successivamente stabilirsi a Desenzano aprendo la sua Bottega Orafa.

Di fatto siamo gli orafi più vecchi della provincia di Brescia. Ciò che ci ha da sempre contraddistinto è stato sicuramente l’approccio lavorativo. Non utilizziamo e non abbiamo mai utilizzato la pressofusione, una scelta che ci ha da subito premiati, un’opzione che definirei geniale e che ci ha concesso di conquistare successo e ampia soddisfazione in un mercato pertanto ormai saturo.

Ogni pezzo Manganoni è un pezzo unico, un esemplare  esclusivo, irripetibile.  

Abbiamo sempre desiderato distinguerci per offrire alla clientela un gioiello differente che potesse, oltra al prestigio e alla bellezza, custodire anche maestria, passione e sicuramente storia.

Questa è stata la forza della nostra impresa, colei che ci ha sempre sostenuto rendendoci celebri sul territorio. 

Quello è stato sempre il tuo mondo?

Sono cresciuto al fianco di mio padre. Letteralmente. 

Anche da bambino, dopo la scuola scappavo in bottega passando il mio tempo libero sotto il banco di papà osservando instancabilmente le sue opere. 

Maturai sin da ragazzino una spiccata propensione a quel mestiere e il passaggio fu pressochè fisiologico. L’arte orafa scorreva nel mio DNA. Iniziai ad affiancarlo in bottega nel 1987 e frequentai subito dopo la Scuola di Arti e Mestieri di Vicenza per diventare incastonatore. 

Hai quindi assistito o partecipato ad una sorta di passaggio generazionale tra il lavoro di bottega di tuo padre e la tua visione?

Sin dai primi anni cercai di rinvigorire l’appeal commerciale della bottega. Papà non fu un abile mercante ma un grande artista, faceva fare gli affari agli altri mentre lui, chiuso in bottega, creava gioielli straordinari. 

Decisi inizialmente di spostare la Bottega storica in una zona di Desenzano più accessibile alla clientela e sicuramente più visibile ricercando quella vetrina che meglio potesse esporre la nostra linea. 

Trascorsi anni ad acquisire le basi di questo mestiere, con calma e pazienza poichè come saggiamente diceva sempre mio padre “l’oro prima ti piega e poi lo pieghi”.

Grazie a mio padre assorbii la tecnica per poi fonderla alla mia creatività.

La mia espressione mi ha sempre condotto verso forme astratte, ho sempre perseguito quella corrente. 

Il nostro mestiere viene spesso sminuito soprattutto per ciò che riguarda la sfera delle riparazioni ma al di là di un banco si cela un mondo veramente arduo e complicato, un mondo che non perdona errori e che mette al centro capacità, esperienza, competenza e non per ultima una mano fermissima.  

Passai 5 lunghi anni accanto a mio padre prima di mettere mano a una riparazione. Osservavo instancabilmente ogni fase di lavorazione cercando di assorbire il più possibile catturando quella manualità che un giorno mi avrebbe consentito di diventare un abile maestro orafo.

É un processo davvero lungo e complesso che, se eseguito senza pressofusione, rappresenta un lavoro veramente complicato. 

Sono stato seduto a quel banco per ben 30 anni lavorando l’oro, un metallo straordinario. 

Gli insegnamenti di mio padre furono preziosissimi. 

Desenzano e l’intera provincia ha rappresentato per noi una piazza estremamente importante. Un crocevia di genti provenienti da ogni dove, quell’appeal internazionale ricco di cultura che sin da subito ci ha eletti e ci ha scelti donandoci non poche soddisfazioni.

Se dovessimo descrivere la tua arte?

Non sono l’artista che crea ciò che vuole.

Custodisco la mia arte ma cerco di forgiarla anche in base ai desideri della mia clientela. Sai negli anni diventi anche uno psicologo, intuisci quelle che sono le inclinazioni della tua cliente. Devi essere in grado di interpretare i desideri di una cliente, così come il suo stile e il suo gusto e cerchi di dedicarle solo quello che lei potrà apprezzare.

Il mio cliente ideale è comunque un viaggiatore, una persona visionaria, eclettica, particolarmente attenta all’oggetto che sta acquistando e indossando. 

Il pezzo unico sicuramente non è per tutti.

Attraverso un mio gioiello cerco di spiegare la mia storia, il mio sapere, un mondo complesso fatto di tanta, tantissima tecnica. La creatività invece per me rappresenta un grande allenamento, alleno la mente e mi lascio ispirare da molte situazioni. I viaggi per esempio, il motore della mia vita. Ho girato il mondo in questi anni, ho conosciuto culture, visitato luoghi e incontrato persone straordinarie. Sono circostanze in grado di cambiarti la vita, formarti e in un certo senso riscrivere il tuo futuro. 

Una grande soddisfazione della tua vita?

Sicuramente la creazione dell’opera intitolata alle Torri Gemelle donata al capo dei vigili del fuoco di New York, un’opera che mi venne commissionata molto tempo fa e che fieramente realizzai. Rappresentò un’occasione unica, commovente, piansi molto in quella  particolare circostanza lasciandomi coinvolgere. Ancora oggi nel raccontarlo ho la pelle d’oca. Per la base dell’opera ricreai la stilizzazione di Manhattan da cui feci emergere le Torri Gemelle in oro. Non sono soddisfatto dalla bellezza dell’opera in sè quanto dal valore della stessa, dal suo significato, ecco quel tipo di emozioni sono quelle che riescono ad alimentare la passione per questo mestiere.

Non posso dimenticare gli altri numerosi premi che hanno fatto parte del mio passato, il Girasole D’Oro, il Microfono D’Oro consegnato a Mina, premiai Giorgio Barilani colui che disegnò i Riva, Marcel Jacobs e moltissimi altri protagonisti del nostro tempo. 

Un’altra soddisfazione che oggi mi appaga serenamente è l’onestà che abbiamo sempre dimostrato alla nostra clientela, circostanza largamente riconosciuta che, soprattutto nel nostro ambito, non è sempre così ovvia.

Qual è la parte del corpo che preferisci vestire con un gioiello?

L’orecchino assolutamente. 

Lo trovo estremamente sensuale.

Il tuo brand “Manga” ha destato la nostra curiosità. Dall’opera artistica al gioiello di moda di tendenza, come è avvenuta questa conversione?

Dopo trent’anni trascorsi dietro ad un bancone ritmati da una serie di grandi viaggi che mi hanno permesso di conoscere il mondo ho deciso che era arrivato il momento di fare altro, di godere di nuove emozioni, di lasciarmi sedurre da una nuova freschezza. 

I gioielli Manga, gli anelli della collezione Iconique rappresentano una sorta di nuovo punto di partenza. Il web oggi è la mia nuova vetrina e con questa serie ho scelto di avvicinarmi alle donne cercando di percepire il più possibile i loro gusti. Non voglio chiamarlo esperimento ma fase sperimentale della mia nuova vita al di là di un banco orafo. É una capsule di anelli ricca di colore, di fascino, sa di moda e di piacevolezza, mi sono lasciato ispirare da Nouvelle Bague, un’azienda famosissima che negli anni ‘70 produceva questi anelli ricchi di smalti veri e non quelli che spesso troviamo nelle vetrine delle boutique d’oggi. Un’aspirazione che ho sempre accantonato ma mai dimenticato. E proprio grazie alla collaborazione con alcuni colleghi che finalmente sono riuscito ad esaudire questo grande sogno con una collezione unica. 

Il lancio è avvenuto proprio in primavera, nel mese di Maggio, perchè la collezione è fortemente ispirata alle nuances dell’estate. É una serie vibrante, nuova, contemporanea. Stiamo parlando di uno chevalier in grado di dominare l’intera mano, quasi l’intero outfit. In questi mesi, chiamiamoli sabbatici, periodo in cui non ho più toccato il banco, sono riuscito a ritrovare proprio in questi anelli una chiave importante. 

Dopo un’intera vita trascorsa in laboratorio ho deciso di portare in scena una linea di anelli di altissima qualità che potesse interpretare il mio concetto di qualità, valore e stile.

Per quest’inverno invece proporrò, sempre sullo shop online la prima serie Manga, sicuramente più incline alle mie corde, la mia mano sarà più percepibile e tornerò sicuramente ad affrontare gli orari da bottega.

Dalla bottega orafa nel cuore storico di Desenzano a Brescia… che rapporto hai con questa straordinaria città?

Considero Brescia ormai una seconda casa. Amo questa città come tutta la sua provincia. Qui, nel corso degli anni, ho potuto misurarmi con validissimi collaboratori. Brescia è la terra dei grandi incisori. La Valtrompia, i fucili, le armi, sono incisi a Brescia e ho sempre considerato straordinaria la manualità di questi professionisti. 

La tua verve artistica dove ti condurrà?

Nel tempo libero creo, dipingo, progetto, libero un impeto che fa parte di me. É stato bello, dopo trent’anni di lavoro in bottega, fisso al banco ogni giorno, sentirmi finalmente più libero e fare davvero quello che amo fare spero davvero che questa nuova collezione di anelli possa ereditare quel successo che oggi mi riempie di orgoglio.

Manga Jewels

per info e shop online:www.manganoni.it

instagram: manganoni.it

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