«Si perde dopo la linea, non prima!»
Così ripeteva il nonno a Sonny, allora giovane ciclista di belle speranze e Sonny ha continuato a lottare per arrivare alla linea del traguardo, non si è arreso, mai! Bresciano, dell’alta Valle Sabbia – il nome rubato al detective Sonny Crockett protagonista della serie televisiva Miami Vice – Sonny Colbrelli è stato il primo italiano dopo ventidue anni a salire il gradino più alto del podio della mitica corsa ciclistica Parigi – Roubaix 118° edizione 2021. “L’Inferno del Nord”, come è chiamata la corsa dagli intenditori, vede il percorso di 257,7 kilometri – disputato quasi interamente sulle pietre del pavée – tradizionalmente accompagnato dalle fredde raffiche di vento e dalla pioggia del Nord che ricoprono gli stoici corridori di uno spesso strato di fango. E sotto uno spesso strato di fango Sonny Colbrelli ha tagliato il traguardo per primo!

Il 2021 è stato un anno eccezionale, quando ti sei reso conto che poteva essere l’anno giusto?
Sì il 2021 è un anno per me speciale perché sono riuscito a ottenere un sacco di prestigiosi successi, diciamo che dalla vittoria del campionato italiano di giugno è scattato qualcosa dentro di me che mi ha portato a questa lunga scia di successi.
In effetti tu hai alle spalle una bella carriera costruita passa dopo passo, anzi pedalata dopo pedalata. Diciamo che sei arrivato al top facendo tutti i gradini. Quante corse hai vinto in questi anni lo sai?
In questi anni da professionista se non vado errato ho ottenuto una quarantina di successi non me li ricordo tutti però pressappoco sono quaranta.
Se dovessi riassumere quali vittorie sono state più importanti per te?
Ma le vittorie più importanti sono il Campionato Italiano di Imola, il Campionato Europeo di Trento e per finire la Parigi Roubaix, tutte in questo 2021.
Le immagini del tuo arrivo da vincitore a Roubaix, ricoperto di fango, hanno fatto il giro del mondo. Il tuo amico Nicola Bianco Speroni ci ha detto che non hai voluto pulire nulla dal fango, è vero?
È verissimo non ho voluto lavare nulla dal casco alle scarpe al completo… nulla, resteranno così come sono arrivato all’arrivo!
E c’è anche qualche sconfitta che ti brucia ancora?
La sconfitta più grande è quella di non aver ancora vinto una tappa al Tour de France.
Guardandoti indietro oggi a chi pensi di dover dire grazie oltre alla tua determinazione…
Sicuramente io devo dire un grande grazie alla mia famiglia e a mio nonno in particolare perché mi hanno sempre tenuto con i piedi per terra e in ogni occasione loro erano lì a spronarmi come non mai.
Cos’è stata la cosa più difficile e più dura per avanzare nella tua carriera?
La cosa più difficile non saprei… però so solo che è uno sport nel quale non ti regala niente nessuno, non e una partita di calcio nella quale anche appena iniziata puoi avere il cambio, nel ciclismo sei tu che combatti con la fatica – dal primo all’ultimo secondo della gara – per arrivare all’arrivo. E speri sempre che il giorno seguente sia migliore di quello che hai appena affrontato.
La tua famiglia è della Valle Sabbia e tu sei cresciuto lì. Secondo te ci sono stati degli aspetti positivi e degli aspetti negativi legati al fatto di essere in montagna?
Sicuramente io vedo solo tanti aspetti positivi! Perché io amo la pioggia in gara e il freddo, riesco a esprimere quello che tanti corridori non riescono a dare, diciamo che la temperatura invernale della Valle Sabbia mi ha temprato.
Dicono che anche il supporto della famiglia è molto importante.
Sono pienamente d’accordo, il supporto della famiglia e fondamentale perché da solo non vai da nessuna parte…
E’ vero che la tua prima bici l’hai vinta con i punti del supermercato?
Diciamo di sì ☺ una delle mie prima bici l’ho vinta proprio con i punti…
E la tua bici oggi quali caratteristiche particolari ha?
La mia bici non ha predisposizioni particolari c’è solo il fatto che è di una taglia in meno (cioè più piccola) ma proprio per assecondare le mie caratteristiche.
Secondo te, vedendo come evolve la tecnologia, come saranno le bicilette del futuro? Su cosa punteranno?
Ah beh la bici del futuro per me sarà tutta elettrica! Stanno uscendo adesso dei nuovi modelli e ogni anno riescono ad aumentare le prestazione dei corridori.
Quindi tu sei un sostenitore dell’e-bike?
Per me l’e-bike è il futuro, ma non sono un indovino lo vediamo tutti il successo che sta riscuotendo… A me fa piacere perché avvicina più persone al ciclismo, magari chi aveva problemi fisici o altro adesso può pedalare con facilita e tranquillità.
In effetti abbiamo visto che sei un esempio seguito da molti ragazzi e hai un bel gruppo di fans, ma ci sono anche tanti adulti che si affacciano al ciclismo. Quali consigli ti sentiresti di dare a chi vuole andare in bici?
Il mio consiglio a chi vuol salire in sella o vuole pedalare è di tenere sempre due occhi bene aperti sulla strada perché non siamo soli e soprattutto sulle nostre strade bresciane può anche essere pericoloso. Bisogna assolutamente rispettare il codice stradale perché è un attimo farsi male. Chi va in bici ha solo il casco come protezione.
Tornando all’agonismo, qualche anno fa c’era una canzonetta che diceva: “oltre alle gambe c’è di più”. La canzone parlava di donne ma anche per i ciclisti oltre alle gambe serve qualcos’altro?
Le gambe sono fondamentali in bici ma se non hai la testa sulle spalle puoi essere Eddy Merckx (ciclista soprannominato Il Cannibale per la voglia di vincere sempre e non lasciare nulla agli avversari, è il corridore più vincente della storia del ciclismo, ed è considerato da molti il più forte di tutti i tempi) ma non arrivi da nessuna parte… E’ la testa che conta tantissimo perché è quella che non ti fa mollare quando sei al limite delle tue forze.
Com’è la tua giornata tipo? Come ti alleni?
La mia giornata tipo è svegliarmi sapendo già quale sarà l’allenamento che devo sostenere quel giorno e mangiare in base alle ore che devo restare in sella. Poi parto in bici e seguo la tabella del preparatore, rispetto le ore da fare e i vari lavori da svolgere, poi finito l’allenamento due o più volte a settimana vado dal massaggiatore e dall’osteopata.
E la dieta? C’è spazio per lo spiedo?
La dieta bene o male c’è sempre, non si sgarra! Bisogna tenere una corretta alimentazione, però in inverno lo spiedo valsabbino non me lo faccio mancare mai ☺. Anzi ne ho appena mangiato uno eccezionale organizzato dal Rotary Valle Sabbia all’oratorio di Sabbio Chiese per una iniziativa di sostegno alle attività sociali del nostro territorio. Sono stato molto contento di partecipare a questa iniziativa a favore dell’Alta ValSabbia Sport Hand perché oltre allo spiedo squisito ho avuto anche la possibilità di condividere un progetto a favore dei giovani, in particolare a quelli che hanno difficoltà a praticare attività sportive e questo è una tema che mi appassiona molto.
I tuoi prossimi impegni cosa prevedono?
I miei impegni ormai saranno tutti nella prossima stagione del 2022 e il mio grande obbiettivo sarà quello di riconfermare questa grande stagione del 2021…
Se potessi osare ed esprimere un sogno, cosa ti piacerebbe realizzare?
Beh un mio sogno sarebbe certamente quello di poter vincere la Milano-San Remo!