
Intervista a Tomaso Trussardi Tomaso Trussardi ambasciatore della Motor Valley.
Cosa scorre nel tuo DNA?
Nel mio DNA scorre la moda. Ci sono nato, l’ho vissuta sin dall’inizio. Se l’infanzia ha scandito la mia passione da spettatore osservando il grande lavoro della mia famiglia l’età adulta mi ha riconosciuto il comando prima come amministratore delegato e poi da Presidente, oltre tredici anni alla guida del Gruppo. La moda inconsapevolmente ti conduce all’amore verso l’arte, verso il bello, ti insegna a comunicare dei mondi ricchi di tradizione e innovazione e a valorizzare quel know how artigianale (che gli anglosassoni chiamano craftsmanship) e tecnologico. La Motor Valley, partendo dall’Emilia Romagna, possiede queste caratteristiche, per certi versi, molto affini al mondo della moda. Probabilmente è poprio per questa ragione che mi è stato proposto il ruolo di ambassador, una veste che ho accolto con grande entusiasmo.
Cosa significa essere Ambassador della Motor Valley?
Ricoprire questa carica significa prima di tutto promuovere il Consorzio. Un comparto non solo stimato dalle sei principali case costruttrici che lo compongono (Ferrari, Pagani, Maserati, Dallara, Lamborghini e Ducati) ma anche da tutta quella filiera presente sul territorio fatta di piccolissime e grandissime aziende con un know how da tutelare e divulgare.
L’evento della Motor Valley Fest andato in scena a luglio è stato un momento ricco di significati, non solo legati all’emozionalità della manifestazione ma indirizzato anche alla salvaguardia di una filiera, quella automobilistica, che rappresenta per noi italiani l’oro a quattro ruote.
Cosa si è fatto e cos’altro si potrà fare?
Esiste oggi un palese e profondo divario tra i costruttori ed i Governi che ora sembrano miopi rispetto alla transizione ecologica che rischia di annullare, e livello competitivo, il know how di quasi 100 anni legato al mondo dei motori in Italia. Siamo stati noi ad aver inventato l’automobile moderna. La tecnologia elettrica oggi rimane in mano alla Cina, sia per la produzione di motori che di batterie.
Di questo passo rischieremo di ritrovarci come inermi spettatori di un cambiamento per noi fatale.
Sino ad oggi è stato fatto davvero poco anche se l’attuale Governo si sta dimostrando più sensibile alla tematica. Sono per questo fiducioso.
La tua ultima creazione “Fast Cars Slow Food TT” a chi si rivolge?
La mia vita è stata una mixology di passioni: la moda, le auto e il food, settore che ci ha visti debuttare già nel 2007. Questi sono mondi che conosco intensamente e che ho desiderato fondere in un club di appassionati come naturale conseguenza di una forte passione.
Moltissime persone coltivano, come me, queste passioni, l’amico Massimo Bottura, ad esempio, il gigante del food a livello mondiale uno dei primi a stimolare lo #slowfoodfastcars…
Attraverso Fast Cars Slow Food TT, l’automobile è il punto di partenza, il mezzo che ci consente di conquistare il viaggio perfetto, avvalorato dal piacere di guidare, dalla ricerca di luoghi affascinanti, dalla percezione di profumi e sapori. Con Fast Cars Slow Food TT uniamo tutto questo in un’unica esperienza e sono davvero entusiasta perchè il concept è stato accolto con grande passione e partecipazione e ora abbiamo un calendario eventi pieno fino alla fine dell’anno.
Puoi spiegarci nel dettaglio di cosa si tratta?
Molto semplicemente Fast Cars Slow Food TT è un club inclusivo di appassionati, veri e competenti, di auto e di cibo. Noi creiamo eventi che “i soldi non possono comprare”. Non per questioni economiche, ma perché, attraverso la nostra passione e grazie ad una rete di conoscenze importanti, con Fast Cars Slow Food TT è possibile partecipare ad eventi esclusivi in luoghi molto spesso inaccessibili.
Quali altri eventi organizzerà prossimamente Fast Cars Slow Food TT?
Diversi eventi ci terranno impegnati fino alla fine dell’anno. I prossimi, a settembre, si terranno in Friuli Venezia Giulia con la partecipazione di Tag Heuer. Attraverseremo passi di montagna chiusi alla circolazione con un giro off road sulle alpi Carniche.
Ad ottobre invece l’autodromo di Imola sarà completamente riservato a noi e solo per venti automobili. Si pranzerà poi al San Domenico di Max Mascia, due stelle MIchelin. A novembre nelle Marche invece ci aspetta il tartufo. Insomma non ci fermiamo…
Qual è l’essenza di ogni vostra manifestazione?
Per me l’obiettivo è sempre quello di diffondere cultura.
Durante gli eventi i soci scoprono il food del territorio, nuovi luoghi, strade e culture che non conoscevano. Per me il ringraziamento più bello è quando un socio soddisfatto mi dice: “grazie ho scoperto qualcosa di nuovo, ci tornerò”.

