“Ho sempre desiderato fare il DJ… ho iniziato a creare musica nella mia stanza, suonavo per gli amici alle feste, poi nei Club… quando un giorno mi ritrovai ad ascoltare la mia musica in radio, senza aver calcolato nulla, senza aver mai pensato di arrivare sin lì, compresi il potere della musica, la forza e l’energia che sprigiona nella vita di tutti noi”
Bob Sinclar

Il tuo primo album “Paradise”, poi la canzone “Gym Tonic” e la tua carriera ha preso il volo. Come è cambiata la tua musica nel tempo, o meglio, il tuo approccio alla musica?Rispetto al passato il modo di fare musica è completamento cambiato… quando lo streaming non esisteva dovevi “vendere” la tua musica e questo ti coinvolgeva in maniera diversa, forse più autentica. Inoltre credo che in qualche modo la musica di un tempo fosse più “emozione” e meno business; oggi corre tutto troppo veloce e spesso non trovi il tempo per vivere davvero la tua musica, apprezzarne il significato più profondo.
Nel tuo cuore, nel TUO modo di produrre musica cosa è cambiato? È difficile da spiegare… essere un DJ è sempre stata una passione che sentivo forte dentro me, la musica che si ascoltava a fine anni ’80 era l’hip-hop, l’house music; la maggior parte della musica veniva dagli Stati Uniti, da New York e solo qualcosa dal Regno Unito. Ciò che ho amato sin dall’inizio è il potere incontenibile della musica, la forza, il dinamismo del suono. Il mio obiettivo era creare dei remix interessanti, nuove versioni di canzoni di musicisti hip hop newyorkesi o di Londra. Non avrei mai immaginato che la mia carriera svoltasse così, né tantomeno di diventare io stesso un produttore discografico, raggiungere i World Music Award, DJ Award, NRJ Music e via dicendo… io desideravo girare il mondo e suonare la mia musica.

Come hai deciso di produrre musica?A dire il vero non c’è stato un progetto iniziale, più che altro un susseguirsi di eventi. Intendo dire che inizi comprando dei vinili, degli album che ti piacciono e poi provi a creare dei remix che ascolti nella tua camera, fai sentire agli amici. Poi decidi che hai voglia di condividere questa musica, questi pezzi remixati, inviti gli amici, li fai ascoltare alle feste e se sei bravo – con un pizzico di fortuna – inizi a suonare all’interno dei club dove hai l’opportunità di diventare popolare. Nel 1990 incontrai DJ Yellow con il quale creai la Yellow Productions e da quel momento ho cercato di lanciare la mia carriera come DJ con musica soul, hip hop, acid jazz e house. Cosa aggiungere.. un giorno mi ritrovai ad ascoltare la mia musica in radio, senza aver calcolato nulla, senza aver mai pensato di arrivare sin lì!
Quanto è importante l’amore per il proprio lavoro, la capacità di divertirsi e un sano “sense of humor”?Non so se sia veramente importante per la mia carriera, ma di certo lo è per la mia vita… e per i social! Scherza. Nel corso degli anni la musica è cambiata completamente, spesso di pari passo con il modificarsi degli stili di vita. Ciclicamente, potrei dire ogni dieci anni, qualcosa si impone all’attenzione del mondo: l’ultima rivoluzione sociale riguarda senza dubbio la nascita dei social media. Con tutta sincerità io non mi sentivo pronto a condividere la mia vita attraverso qualche applicazione, quindi sono arrivato un pò tardi rispetto ad altri, ma adesso mi sono adeguato ai tempi; le persone sono interessate a vedere cosa faccio nella mia vita e così uso questo strumento per raccontarmi, senza esasperazioni naturalmente. Amo la musica e il mio lavoro, tuttavia oggi è diventato difficile approcciare il mercato, comprendere che cosa succederà il giorno successivo e, secondo me, questo influisce negativamente sulla creatività. Alzare l’asticella della creatività sta diventando davvero un’impresa!
Qual è la fonte d’ispirazione nella tua vita, nella tua carriera. Di cosa non potresti fare a meno?Certamente non potrei mai rinunciare alla musica classica… – musica classica? ripeto – è una necessità per distendermi, aprire la mente all’immaginazione e al sogno. Mi riferisco alla musica di Frank Sinatra, l’Old School hip hop così come Sade, i Soul II Soul e via dicendo.
Musicisti o cantanti italiani?Io adoro Pino Daniele, mi piace moltissimo. E poi naturalmente poeti come Lucio Dalla, Lucio Battisti; la meravigliosa e inestimabile musica degli anni ’70. Devo dire che in Italia negli anni ’80 la musica era buona, ma gli anni ’70 penso avessero un pizzico di magia.
Chi possiamo considerare un vero artista oggi?La mia opinione è che oggi vogliano tutti raggiungere dei risultati immediati e quindi ritroviamo molti ragazzi che non hanno cultura musicale e non sanno cosa significhi essere un artista e quanti sacrifici siano necessari. Quando ho iniziato la mia carriera la musica elettronica era esplosa nel mondo e sulla base di questo si è creato un genere e successivamente un business. Oggi invece le logiche si sono invertite: se sai quale musica sta richiedendo il mercato, tendi a produrre una musica che possa piacere e diventi popolare nell’immediato. In qualche modo i soldi e il business stanno uccidendo la vera musica!

Collabori con diversi artisti…bellissimo il tuo ultimo successo “Borderline” con la giovane cantante NYV. Quanto è importante creare legami musicali tra artisti per far esplodere l’energia?Gli artisti che incontro hanno permesso alla mia musica di avere successo nel mondo, grazie al talento di entrambi. Viaggiare mi permettere di raccogliere energia e restituirla a mia volta sotto forma di musica. Nella mia vita ho girato il mondo; gli Stati Uniti – New York in particolare, il Brasile, la Giamaica, l’Africa… la mia musica è un mix di influenze che provengono da ogni parte del pianeta.
Sei spesso in Brasile, perché?Che dire! Perché se ami, se hai bisogno d’amore e di musica devi assolutamente andare in Brasile! La Bossa Nova è nata proprio in Brasile, si tratta di un genere musicale che trae origine dalla Samba e si fa strada in un momento di rinascita economica e intellettuale. Loro hanno creato la Bossa Nova, amore puro e colore, quasi una forma d’arte contemporanea. È meraviglioso vedere come le persone possono essere felici, genuine, nonostante le difficoltà quotidiane hanno la gioia nel cuore, amano ballare e fare festa.
Sono moltissimi i tuoi successi, c’è un brano che ti rappresenta maggiormente, con cui hai un legame speciale? I successi raggiunti sono molti, ma in effetti ci sono pezzi importanti per me al di là del pubblico… direi “Love Generation” con Gary Pine, “World, Hold On” con Steve Edwards, “Rock This Party” con Cutee B. Feat. Dollarman & Big Ali e “Sound of Freedom” con Gary Nesta Pine. Sono stati per me anni di musica incredibili e speciali in cui sono riuscito a trasmettere dei messaggi alle persone attraverso la mia musica in tutto il mondo.

Progetti futuri… nel tuo programma musicale o nei tuoi prossimi viaggi?Quest’anno credo farò più canzoni per i DJ, proprio come un tempo. Mi sono reso conto che le persone associano il mio nome ad un certo stile musicale e così, canzoni stupende – a mio giudizio – come “Borderline” non riescono ad avere sul pubblico l’impatto che avrebbero meritato. Per questo motivo per me è difficile creare nuovi tipi di musica e, quindi, creerò più musica come “Adore”- che ascolterete prossimamente, proprio come facevo venticinque anni fa. Tuttavia proverò a produrre per i DJ cose diverse al di fuori della mia confort zone; farò un remix di Salomé De Bahia – Outro Lugar, funk, disco e molta musica africana.